Nelle più antiche scritture indù, i Veda, si diceva che la Luna fosse stata la fonte di vita, in quando, essa controllava tutti i liquidi che permettavano agli dei ed agli uomini di vivere.
Soma era descritto come il dio che dava il nome sia alla Luna,sia ad un magico elisir di immortalità, il quale donava ebbrezza e vitalità e che solo gli dei potevano bere.
Si stimava, anche, era divino recipiente di questo liquido portentosoe che calava quando gli dei avevano esaurito la sacra bevnda.
Nella simbologia indù, rugiada, pioggia, linfa, latte e sangue sono visti come stati differenti del medesimo fluido vitale.
Soma veniva rappresentato come la Luna, che attraversava il cielo stellato guidando un carro trainato da cavalli bianchi. Inoltre si riteneva che la Luna fosse stata abitata da lepri, animali ritenuti una incarnazione di tale divinità.
Un altro nome più recente, del dio della Luna, è Chandra.
Traduttore
martedì, luglio 24, 2012
Misteri e segreti di Roma
Vicolo Cellini
Le cortigiane gialle
In questo vicolo, che si chiamava un tempo Calabraga, abitavano nel Cinquecento quasi tutte le cortigiane camiciare, spagnole o ebree convertite che vestivano di giallo limone. Le altre cortigiane vivevano invece mescolate alla gente di altra professione e non avevano contrassegni di categoria ne insegne, tranne forse talvolt un cuscino rosso, trapunto d'argento o d'oro esposto alla finestra.
lunedì, luglio 23, 2012
Trilussa
La Rassegnazione
Er cortiletto chiuso
nun serve a nessun uso.
Dar giorno che li frati della Morte
se presero er convento, hanno murato
le finestre e le porte:
e er cortile rimase abbandonato.
Se c'entra un gatto, ammalappena è entrato
se guarda intorno e subbito risorte.
Tra er muschio verde e er vellutello giallo
ancora s'intravede una Fontana
piena d'acqua piovana
che nun se move mai: come un cristallo.
O tutt'ar più s'increspa
quannno la sera, verso na cert'ora,
se sente stuzzicà da quarche vespa
o da quarche zampana che la sfiora.
Pare che in quer momento
je passi come un brivido: un gricciore
su la pelle d'argento.
Eppure sta Fontana anticamente
se faceva riempì da un Mascherone
che vommitava l'acqua de sorgente:
un'acqua chiara, fresca, trasparente,
che usciva còr fruscìo d'una canzone
e se la scialacquava allegramente.
Dar giorno che nun butta,
er vecchio Mascherone s'è avvilito:
forse je seccherà d'esse finito
còr naso rotto e cò la bocca asciutta.
Perché de tanto in tanto
guarda sott'occhio la Fontana amica
e pare che je dica:
- Nun m'aricordo più se ho riso o pianto.
T'ho dato tutto quello ch'ho potuto,
fino all'urtima goccia c'hai bevuto
pe' la felicità de statte accanto! -
Ma la Fontana è sorda:
nun pensa, nun ricorda...
Resta tranquillamente a braccia aperte
e ancora se diverte
cò quer po' de sussidio che riceve
da la pioggia che casca e certe vorte
perfino della neve...
e manco fa più caso
ar vecchio Mscherone senza naso.
Trilussa
Lo specchio
Ogni vorta che vado dar barbiere,
ner vede quela fila de me stessi
allineati come tanti fessi
ner gioco che me fanno le specchiere,
nun posso sta' se nu' je fo un versaccio
pe' vedelli rifà quelo che faccio.
Metto fòra la lingua e cento lingue
me rifanno la stessa pantomima;
ogni testa ubbidisce: da la prima
all'urtima, ch'appena se distingue,
pareno ammaestrate a la parola
sotto er commanno d'una guida sola.
Se invece penso a te, ciumaca mia,
nun potrei garantì che, ner ricordo,
queli me stessi vadino d'accordo
come ner gioco de fisonomia;
anzi, quarcuno dubbita e me pare
che nun veda le cose troppo chiare.
Qualunque idea me nasce ner cervello
se cambia così presto e così spesso
che nun fo in tempo de guardà me stesso
che già er pensiero mio nun è più quello.
Immaggina un po' tu quello che sorte
da un omo che riflette cento vorte!
Ciò fatto caso giusto stammattina;
dopo d'avemme insaponato er viso
er barbiere m'ha chiesto a l'improviso:
- L'ha più rivista quela signorina?
- Chi? - dico – Bice? - E m'è rimasta come
la bocca amara né ridì quer nome...
Subbito cento bocche, tutte eguale,
piegate ne la smorfia d'un dolore,
hanno inteso er rimpianto d'un amore,
hanno ridetto er nome tale e quale;
ma quant'idee diverse! quante cose
leggevo in quele facce pensierose!
Io dicevo: - Ormai tutto sfumò... -
E quelli appresso: - Certo... - Chi lo sa?...
- E se tornasse? - Che felicità!
Ce faccio pace subbito... - Però...
Doppo quela scenata che ce fu...
è forse mejo che nun torni più.
- Me ricordo li baci de quer giorno...
- E quelo schiaffo che j'appiccicai...
- Si, feci male... - Feci bene assai!
Ciaveva un conte che je stava intorno...
Era un'infame... - Un angelo... - Una strega...
- Chi se la po' scordà? - Chi se ne frega! -
E scoprivo in ognuno un pentimento,
una gioja, un rimorso, un desiderio...
Ma quanno me so' visto così serio
m'è venuto da ride... E tutti e cento
m'hanno risposto, pronti a la chiamata,
con una risatina sminchionata.
Confucio
Esistono tre modi per imparare la saggezza:
Primo, con la riflessione, che è il metodo più nobile;
Secondo, con l'imitazione, che è il metodo più facile;
Terzo, con l'esperienza, che è il metodo più amaro.
Misteri e segreti di Roma
Piazza e fontana I l miglior caffè di Roma. Piazza S. Eustachio ( P.zza Navona)
Piazza S: Eustachio
Il cervo con le corna d'oro
Un generale pagano di nome Placido durante una caccia intrapresa per riposarsi dalle fatiche della guerra vide apparire un cervo che sorreggeva tra le corna una croce d'oro.
Placido dopo la visione si convertì al cristianesimo predendo il nome di Eustachio.
Subì il martirio sotto Adriano, e Costantino volle ricordarlo erigendogli una chiesa sul luogo stesso ove il santo subì il martirio.
La facciata della chiesa di S: Eustachio è coronata da una testa di cervo con la croce tra le corna, a ricordo della miracolosa apparizione.
venerdì, luglio 20, 2012
Misteri e segreti di Roma
Ponte MilvioPonte mollo
Si ritiene che l'altro nome di Ponte Milvio, Ponte Mollo o Molle, sia una corruzione del primo: Ma il Belli se ne stupiva, o fingeva di stupirsene:
Una spece laggiù de Ponte-Mollo
è mollo un cazzo, e chi lo vò capillo
se lo vadi a fa dà tra cap'e collo.
Misteri e segreti Roma
Via Merulana Molti merli? La Via, e il quartiere, erano così chiamati secondo alcuni per la famiglia Meruli che qui abitava, secondo altri dalle mura merlate ( merli = meruli) che numerose vi sorgevano. In ogni caso questa via è divenuta più famosa perchè C.E. Gadda vi ha ambientato il suo romanzo intitolato appunto "Quer pasticciaccio brutto de Via Merulana".
Purchè occhio non veda
Mangiare carne è concorso in omicidio
e digerirla è occultamento di cadavere.
(Pino Caruso, comico)
e digerirla è occultamento di cadavere.
(Pino Caruso, comico)
Vogliono darcelo a bere
Vino Rosso, dal profumo leggermente erbaceo, con sfumature di lampone; maturando si ingentilisce, assumendo un sottile profumo di violetta...
Vino Rosato, presenta profumi di rosa canina e violetta di campo, seguiti da polpelmo, lavanda e note balsamiche...
Vino Bianco, paglierrino, si avvertono delicati sentori di mele, fiori d'acacia e crosta di pane...
Io che tutte stè violette e croste di pane non le sento, posso avere un pò di vino che dà di vino e basta?
Vino Rosato, presenta profumi di rosa canina e violetta di campo, seguiti da polpelmo, lavanda e note balsamiche...
Vino Bianco, paglierrino, si avvertono delicati sentori di mele, fiori d'acacia e crosta di pane...
Io che tutte stè violette e croste di pane non le sento, posso avere un pò di vino che dà di vino e basta?
martedì, luglio 10, 2012
Misteri e segreti di Roma
I l sangue della Vergine
In via della Pace sorge la chiesa di Santa Maria della Pace, eretta da Sisto IV per conservarvi l'immagine della Madonna della Pace, risalente al 1000, che colpita da un sasso, aveva versato sangue.
La sacra immagine è ancora oggi visibile nella chiesa, l'altar maggiore.
Sul fianco destro della chiesa, corre, scalvacato da archi, il vicolo più stretto di Roma.
In via della Pace sorge la chiesa di Santa Maria della Pace, eretta da Sisto IV per conservarvi l'immagine della Madonna della Pace, risalente al 1000, che colpita da un sasso, aveva versato sangue.
La sacra immagine è ancora oggi visibile nella chiesa, l'altar maggiore.
Sul fianco destro della chiesa, corre, scalvacato da archi, il vicolo più stretto di Roma.
I piccoli piaceri
Temperature elevate, si cerca refrigerio, quando ad un tratto una leggera brezza ti avvolge, senti una sensazione di piacere, da restare estasiato.
Anonimo veneziano
Anonimo veneziano
Le disturbatrici notturne
zzzzzzzzzzzz ronza zzzzzzzzzzz ronza zzzzzzzzzzz ronza agguato con lente di ingrandimento, come un noto investigatore, attesa mira ciak ciak. Buonanotte.
Anonimo cinese
Anonimo cinese
venerdì, luglio 06, 2012
Misteri e segreti di Roma
Piazza dell' Indipendenza
Dove finivano le vestali peccatrici
Dove finivano le vestali peccatrici
Dove sono oggi piazza Indipendenza e il circostante rione del Macao si stendeva ai tempi di Roma anticha il Campo Scellerato: vi venivano sepolte le vestali colpevoli di aver mancato agli obblighi del voto di castità.
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