Una città del Sud, sul mare, le cui onde si infrangono sulle coste quasi a voler lambire i maestosi palazzi che lo fronteggiano; in essa si svolge una contesa tra due fazioni che si contendono un effimero potere, senza esclusioni di colpi. Nel mezzo, una massa di osservanti che, passivamente o con qualche sussulto, attendono gli sviluppi, per capire perchè si è creata questa situazione disdicevole e paradossale. La temperatura sale si avvicina la resa dei conti. I contendenti affilano i coltelli (metaforicamente) per sopraffarsi a vicenda, ma sarà proprio così?
L' atmosfera che pervade il momento: nell'aria aleggia una sensazione di mistificazione tipica nelle società moderne, di voler combinare una situazione di stallo affinchè sopravvivano entrambe le parti. Quanto accaduto, non porta acqua al mulino di nessuno, tutti ne vengono fuori con le ossa rotte. Il gesto più nobile sarebbe assumersi tutte le responsabilità, fare il mea culpa e andare oltre. Tutti dichiarano di voler il bene dell'oggetto conteso, a parole, ma la realtà è ben diversa. L'autoritarismo, l'arroganza, la saccenza, la supponenza, l'usare la propria posizione per imporsi, da aggiungere anche che l'incapacità a relazionarsi in un contesto sociale, non sempre paga, invece la razionalità del pensiero e del comportamento può solo produrre consensi. Gli errori si sommano ad altri, il non voler capire che le opere devono essere condivise con priorità non solo da una parte, ma anche da chi nella sua frequentazione assidua ha diritto ad un ambiente confortevole, pur non condividendo lo stesso interesse di altri.
Siamo alle solite, il non voler capire o far finta di non capire che il fulcro sono coloro che svolgono un' intensa attività partecipativa, in particolare in un lungo periodo dell'anno.
L'applicazione di nuove norme o regole si rende indispensabile, per evitare in futuro simili incresciose situazioni.
Presto si saprà la conclusione di questa vicenda.
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