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mercoledì, luglio 29, 2015

Misteri e segreti di Roma - Via del Corso - seconda parte

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Con le buone maniere

Nota e quasi proverbiale era l'irruenza dei cavalli barberi, che dilettavano i romani con le loro sfrenate corse sulla via del Corso. Ma era veramente genuina questa irruenza? In realtà la si otteneva con buone, gentili maniere, non contestate dalle zoofile del tempo: sbattendo cioè delicatamente sotto la coda dei poveri animali un miscuglio infernale a base di pece bollente.
Da questa bella usanza, cessata solo nel secolo scorso, sono nate espressioni molto esplicite altrettanto garbate del popolino romano, a proposito delle persone che dimostrano di avere troppa fretta.
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martedì, luglio 28, 2015

Misteri e segreti di Roma - Via del Corso - prima parte


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Le tasse del peccato

Anche di questa strada, come come di piazza del Popolo e di altre vie e piazze, si dice che fu pavimentata con i proventi di tasse pagate dalle passeggiatrici, chiamate anche  "donne curiali".
Le corse dei "barberi"

Come ben si sa, via del Corso deve il nome alle corse che vi si facevano.
Le inaugurò nel 1400 il veneto Paolo II (Pietro Barbo), il costruttore di Palazzo Venezia, che dalle finestre di questo edificio assistette per primo alle corse di cavalli e ad altre ordinate da lui stesso e imitanti giuochi antichi.
Scrive Platina (che citiamo nella traduzione di Bartolomeo Dionigi):
  
"Havendo il papa quietate le cose d'Italia si volse all'otio et ne ordinò ad imitazione degli antichi alcuni giuochi et feste magnifiche et ne diede un bel desinar al popolo i guiochi  furono otto palij che nel Carnevale per otto dì continui si donarono a coloro che nel corso che nel corso restavano vincitori. Correvano i vecchi, correvano i giovani, correvano quelli che erano di mezza età, correvano i Giudei et li facevano ben saturare prima perché meno veloci corressero. Correvano i cavalli, le cavalle , gli asini e i bufali, con tanto piacere che per le risa grandi potevano appena starne le genti in piè".

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venerdì, luglio 17, 2015

Misteri e segreti di Roma - Capodiferro - terza parte


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Riuscitissimo trompe-l'oeil

In dei cortili di Palazzo Spada (al quale si accede attraverso la biblioteca del Consiglio di Stato) si trovano una galleria a colonne e una statua che sono popolarissime tra gli architetti di tutto il mondo: l'enorme colonnato e la poderosa statua di Marte che vi si ammirano infatti sono un riuscitissimo scherzo prospettico del Borromini che in sole nove metri e con una statua alta meni di un metro riesce a dare l'illusione  che questa galleria e ciò che contiene siano di proporzioni maestose.
L'effetto straordinario è stato ottenuto riducendo progressivamente l'altezza delle colonne e della volta.

                                                                                          F I N E




mercoledì, luglio 15, 2015

Misteri e segreti di Roma - Capodiferro - seconda parte



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L'ultimo rifugio di Cesare

Fu portata in luce nel 1552. Giaceva sepolta sotto due case adiacenti, parte di qua parte di là: la base del muro divisorio le passava sul collo. 
Ne nacque contesa fra i proprietari, e i giudici salomonicamente decisero di tagliarle la testa per fare parti giuste dividendola fra i due contendenti. 
Ma il cardinale Capodiferro, avendo saputo della decisione, ordinò che l' "esecuzione" fosse sospesa e informò papa Giulio III, che per salvare la statua la acquistava al prezzo di 500 scudi e la regalava al cardinale stesso; o, secondo altre versioni, meno munificamente gli permise di acquistarla.

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domenica, luglio 12, 2015

Misteri e segreti di Roma - Piazza Capodiferro - prima parte

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L'ultimo rifugio di Cesare

Nel salone del Trono di palazzo Spada, oggi adibito a sedute del Consiglio di Stato, si conserva la statua colossale di un uomo nudo intento a pronunciare una orazione.
Risalente ai primi tempi dell'impero, non si sa di preciso chi rappresenti, ma è tuttora chiamata (benché sia quasi certo che non ha diritto a questo nome) statua di Pompeo; per lungo tempo fu infatti creduta la statua del rivale di Cesare, ai piedi della quale questi si trascinò, crivellato di colpi di pugnale, il fatale 15 marzo  del 44 avanti Cristo.

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mercoledì, luglio 08, 2015

Misteri e segreti di Roma - Piazza della cancelleria - seconda parte


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     Salone dei Cinquecento giorni                                                   Salone dei Cento giorni

Vanteria del Vasari   
Nel palazzo della Cancelleria c'è il Salone dei Cento giorni, così chiamato  perché Giorgio Vasari nel 1546 si vantava di averlo affrescato, insieme con alcuni scolari, in solo 11 giorni, Michelangelo ascoltata dal Vasari stesso (suo intimo amico) la vanteria, osservò: " Si vede bene! ".
Non sottovalutate le predizioni!    
Sulle scale del palazzo della Cancelleria, il 15 novembre 1848, cadde pugnalato da democratici Pellegrino Rossi, ministro di Pio IX, inviso per il suo programma governativo.
Si racconta che, come Cesare, non avesse voluto prestare ascolto a insistenti predizioni di morte. Pare che, per osten5tazione democratica, l'Assemblea Costituente non sospendesse neppure per un momento la seduta.
                                                                                                                 F I N E       


Misteri e segreti di Roma - Piazza della Cancelleria - prima parte

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 Una bella vincita 

Iniziato da una cardinale, Scarampo Mezzarota, il bellissimo Palazzo della Cancelleria fu portato avanti da un altro cardinale, Raffaele Riario nipote del defunto Sisto IV, con 20.000 o 120.000 scudi (le fonti discordano) presi a prestito da un banchiere più altri 60.000 secondo l'Aretino vinti al gioco, in una sola notte, a un terzo cardinale, Francescheto Cybo, nipote o figlio di papa Innocenzo VIII.
La somma vinta al gioco sarebbe pari, secondo il calcolo di un autore nostro contemporaneo a circa 300 milioni di lire nostre.
Per costruire il palazzo furono usati, si dice, travertini del Colosseo e di antichi bagni e pietre dell'arco trionfale di Giordano e dell'Ecatonstylon.

                                                                                                     continua... 

mercoledì, luglio 01, 2015

Misteri e segreti di Roma - Campo dei fiori - quarta parte



              
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 Disputa rischiosa

Nel 1594 fu arso vivo in Campo dei Fiori, dove arrivò già bruciacchiato per i molti colpi di  torcia che gli avevano dato lungo la strada, un luterano di circa tren'anni che durante una processione aveva tentato di gettare in terra il Santissimo Sacramento. 
Non molto tempo dopo, scrive un contemporaneo, "fu bruciato vivo un luterano vecchio con barba longa, andava disputando per la strada con due Capuccini".
Una morte altrettanto atroce fecero altri protestanti, gettati in caldaie d'olio e pece bollenti.

                                                                                                                F I N E