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martedì, maggio 31, 2016

Misteri e segreti di Roma - Piazza Vittorio Emanuele - terza parte

                                         
 
 
 
 Gli stipiti della Porta Magica
 
 
Qui si distinguono chiaramente i segni astrologici.
Sotto il segno di Saturno è scritto:
 
                                                       QUANDO IN TUA DOMO
                                                                NIGRI CORVI
                                                             PARTURIENT ALBAS
                                                                     COLOMBAS
                                                                TUNC VOCABERIS
                                                                         SAPIENS
 
Quando nella tua casa zolfo, mercurio e sale vengono condotti a putrefazione nell' atanor (fornello alchimistico) e depositano le loro scorie (come corvi neri) ne esce la loro quintessenza o parte volatile o lunaria: le colombe bianche: Allora tu avrai raggiunto la saggezza.

Sotto il segno di Giove è scritto:

                                                            DIAMETER SPHARAE
                                                                   THAU CIRCULI
                                                                      CRUX ORBIS
                                                            NON ORBIS PROSUNT

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lunedì, maggio 30, 2016

Misteri e segreti di Roma - Piazza Vittorio Emanuele - seconda parte


           
 
 Il frontone della Porta Magica
 
 
I due triangoli sovrapposti con vertici l'uno in alto e l'altro in basso, che vengono a costituire il profilo di una stella a sei punte sono il sigillo di Salomone e rappresentano l'equilibrio dei movimenti.
Il circolo in cui il sigillo di Salomone è iscritto, è segno della perfezione divina. La scritta sulla circonferenza dice: centrum in trigono centri, cioè il centro è nel triangolo del centro. Naturalmente il triangolo è simbolo della trinità di Dio.
Un'altra scritta dice:
                                                  TRIA SUNT MIRABILIA
                                                        DEUS ET HOMO
                                                      MATER ET VIRGO
                                                       TRINUS ET UNUS
 
(tre sono le cose meravigliose o miracolose: Dio e uomo, madre e vergine, trino e uno).
Secondo vari studiosi, altre triadi fondamentali sono: Dio, uomo, natura; provvidenza, volontà, destino; spirito, anima, corpo; raggio, piano di riflessione, incontro; virile, femminile, stabile; zolfo, mercurio, sale; anima, corpo, Spirito Santo.

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venerdì, maggio 27, 2016

Misteri e segreti di Roma - Piazza Vittorio Emanuele - prima parte

      
 
 
 
La porta magica            
 
 
Quando alla fine del secolo XVII si stabilì a Roma la regina Cristina di Svezia, non fu solo fondata l'Arcadia, ma si costituì attorno all' illustre convertita anche una cerchia di ermetici e di alchimisti, che comprese il medico Francesco Borri, e Athanasius Kircher.
Costoro si riunivano nella villa del marchese Massimiliano Palombara, e sul giardino della villa si apriva  la Porta Magica, testimonianza compiute delle conoscenze alchimistiche ed ermetiche di questi studiosi romani. Ora la si può vedere, ma ancora per pochi anni, perché le intemperie e la incuria la stanno lentamente distruggendo.
Una cattiva serie di fotografie e una compiuta illustrazione della Porta Magica è stata pubblicata da Elémire Zolla in una importante antologia di mistici che certamente non mancherà nella biblioteca del nostro appassionato lettore.
Nella breve descrizione che segue distingueremo il frontone della porta, l' architrave, gli stipiti, la soglia, e il giardino.
 
 
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mercoledì, maggio 25, 2016

Misteri e segreti di Roma - Via Vittorio Veneto - quarta parte

        
         
Il cappuccino e il lotto  

       
La chiesa dei Cappuccini aveva un tempo una particolare attrattiva, per il popolo soprattutto.
Viveva in convento un certo fra' Pacifico, meglio noto <<  er mago >>,  il quale dava i numeri del lotto, e con tale esattezza da far rischiare il banco del lotto la bancarotta.
Tantoché papa Gregorio VII ne impose il trasferimento; ma fra' Pacifico, prima di lasciare per sempre la città santa, arrivato a porta del Popolo, disse, rivolto a chi, in lacrime, lo accompagnava:

<< Roma, se santa sei / perché crudel se' tanta?  / Se dici che se' santa / certo bugiarda sei >>. 

    
E se ne andò. E quelli che avevano capito l'antifona giocarono ( 66 - 70 - 16 - 60 - 6 ) e vinsero di nuovo.

                                                                                                   F I N E    






                                                             

martedì, maggio 24, 2016

Misteri e segreti di Roma - Via Vittorio Veneto - terza parte

 
 
 
La vendetta di Guido        
 
 
Nel demonio abbattuto dall'arcangelo Gabriele in un famoso quadro dipinto per la chiesa dei Cappuccini in via Veneto e ivi tuttora esposto sopra il primo altare a destra, si dice che Guido Reni abbia ritratto il cardinale Giambattista Pamphilj, poi papa Innocenzo X, che aveva parlato di lui con poco riguardo. Chiamato a rendere conto di quella somiglianza, lungi dal negare, l'artista avrebbe rincarato la dose spiegando che l'angelo gli era riuscito molto bello perché, non avendolo mai visto, si era affidato alla fantasia, mentre il diavolo l'aveva incontrato più volte e guardato bene, sicché gli era stato possibile ritrarlo fedelmente.   


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lunedì, maggio 23, 2016

Misteri e segreti di Roma - Via Vittorio Veneto - seconda parte

     
Paranoia o allegoria 
Nella mondanissima Via Veneto sorge la chiesa di Santa Maria della Concezione, chiamata comunemente << i Cappuccini >>, costruita nel 1626 per il cardinale Antonio Barberini, cappuccino, fratello di Urbano VIII.  Le pareti delle sue cinque cappelle sotterranee sono interamente ricoperte dai teschi e delle ossa di 4000 frati cappuccini, sistemati in macrebe composizioni. E benché la guida assicura che la <<  meravigliosa singolarità... non menoma affatto la pietà del sepolcro >>, si tratta senza dubbio della più irriverente fra le tante decorazioni che mettono a partito poveri resti umani cinque scheletri rivestiti dal saio se ne stanno rannicchiati come statue da giardino, in grotte artificiali fatte di teschi; tibie, vertebre, scapole disegnano lesene e rosoni, intrecciano festoni e ghirlande, formano persino i lampadari, tutto nel più puro stile Luigi XVI. Quando però si sa che a progettare l'opera e
dirigere i lavori fu un francese, come non vedere in quell' assemblage maniacale un profetica allegoria della fine dell'ancien régime?.


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sabato, maggio 21, 2016

Misteri e segreti di Roma - Via Vittorio Veneto - prima parte

             
Il mendico Belisario 


Porta Pinciana, in fondo alla via, è detta anche Belisaria per i due torrioni che le sorgono ai fianchi, costruiti da Belisario per difendere Roma contro i Goti.
Un'infondata leggenda vuole che allo stipite di questa porta si appoggiasse l'ex generale bizantino caduto in disgrazia, cieco e mendico, accompagnato da una giovane figlia, e tendesse la mano ai passanti dicendo: << Date obolum Belisario>>.


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venerdì, maggio 20, 2016

Misteri e segreti di Roma - Via Zanardelli - terza parte

                                     
 
 
 Per scudi sette e quaranta baiocchi 
 
 
Un disegno di Pinelli intitolato << La tragedia della balia >>, conservato nella sala XII del Museo napoleonico, ha per tema un fatto di sangue avvenuto nel palazzo di via Condotti che, appertenuto prima a Luciano Bonaparte, Gerolamo, ex-re di Vestfalia.
Gerolamo - che si era mezzo dissestato mettendo in pratica una sua teoria secondo la quale la dignità dei Bonaparte non consentiva loro di abitare in case d'affitto, e così aveva comprato e riattato palazzi e ville in mezza Europa - arrivò a Roma con un figlio lattante, chiamato Napoleone come il grande zio, e una balia balcanica che rimase subito incinta. Gliene dovettero quindi trovare un'altra, e fu la diciottenne Teresa Chimenti.
Fu Teresa la balia della tragedia: una sera scomparve, per essere ritrovata di lì a poche ore, quando il piccolo Napoleone ebbe fame e le ricerche si fecero pressanti, in una stanza dov'era chiusa col marito venticiquenne Vincenzo.
I due giacevano immersi nel loro sangue: con un coltello ora abbandonato sul pavimento Vincenzo aveva tagliato la gola a Teresa e poi ucciso se stesso piantandoselo nel cuore.
Un biglietto di sua mano, intriso di sangue, spiegava il gesto come dovuto all'indiscussa certezza che la moglie si fosse << fatta togliere l'onore da Gerolamo Bonaparte, per una vile moneta di scudi sette e quaranta baiocchi >>.


                                                                                            F I N E

giovedì, maggio 19, 2016

Misteri e segreti di Roma - Via Zanardelli - seconda parte

                                         
 
 
Il ritratto di Maria Letizia 
 
 
Tenuta come la madre al bando della famiglia, sposò in seconde nozze Urbano Rattazzi (era vedova di un de Solmes) e i questo periodo ebbe a Firenze un salotto molto brillante; bella, di costumi nient' affatto irreprensibili, alla morte del marito trovò di nuove chiuse le case migliori. Sposò in terze nozze uno spagnolo di nome De Rute.
A quanto si racconta, una volta, trovandosi a corto di danaro, ne chiese al remoto cugino Napoleone III e ricevendone un rifiuto minacciò di aprire una << casa >> che avrebbe battezzato <<  Maison Bonaparte >>. Napoleone III si spaventò e pagò: Anni dopo diede motivo di gelosia al terzo marito con l'amicizia che la legava a un'ambigua e anzianotta << Chifonnete >>. Un giorno, in treno presente anche Chifonnette, il De Rute sparò contro Maria Letizia, ma le portò via solo la dentiera.
Ne seguì un processo clamoroso che divertì tutt'Europa.
 
 
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mercoledì, maggio 18, 2016

Misteri e segreti di Roma - Via Zanardelli - prima parte

                              
 
 
Il seno di Paolina 
 
 
La Sala VI del Museo Napoleonico è dedicata a Paolina Bonaparte.
Il più prezioso dei cimeli che la ricordano è chiuso in una teca, adagiato come un grande petalo di magnolia fra le morbide pieghe di una stoffa verde. E' il del seno destro di Paolina , fatto da Canova mentre scolpiva la celebre statua ora al Museo Borghese.
 
 
Il ritratto di Maria Letizia 
 
 
Nel Museo Napoleonico c'è un disegno che ritrae Maria Letizia Wyse. Figlia d'una figlia di Luciano Bonaparte (la quale aveva sposato un onorevole inglese, Wyse, lo aveva abbandonato per un nobile che l'aveva subito piantata, in preda allo sconforto si era gettata nel Tamigi e aveva finito per sposare il giovane che l'aveva salvata), Maria Letizia ebbe una vita avventurosa, non meno della madre.
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sabato, maggio 14, 2016

Misteri e segreti di Roma - Via delle Quattro Fontane - terza parte

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L'imaginifico
                           
 
Al numero 159 della via abitarono Gabriele D'Annunzio, ancor giovane e in principio di carriera, e la bellissima moglie Maria, prima con uno poi con tre figli: Mario, Gabriellino, Veniero.
Avevano di fronte palazzo Barberini; qui al poeta sarebbe piaciuto abitare, più che nella                

giovedì, maggio 12, 2016

Misteri e segreti di Roma - Via delle Quattro Fontane - seconda parte

             
 
 
L'occhio del leone    
 
 
Sempre nella volta di Pietro da Corona (che rappresenta ufficialmente il << Trionfo della Divina Provvidenza >>, ma in realtà il trionfo di casa Barberini ), il grande leone che si vede da un lato ha un occhio << funzionale >>. E' aperto, e corrispondente ad uno spiraglio, dal quale si può guardare giù nel salone, stando nascosti in una stanzetta del sottotetto. Si dice, e probabilmente è vero, che fu una trovata di un avarissimo principe Barberini, che voleva cosi controllare i furtarelli di cibi e bevande commessi dai suoi servitori mentre si preparava qualche solenne banchetto.
 
 
                                                                                            continua... 

mercoledì, maggio 11, 2016

Misteri e segreti di Roma - Via delle Quattro Fontane - prima parte

 



 Api o Tacchini 


Roma, nel '600, fu ricoperta da uno sciame un po' invadente di api: l'animale gentilizio dei Barberini. E siccome i Barberini, specie con papa UrbanoVIII, ricostruirono mezza città, di api se ne trovano ancora oggi un po' dappertutto. Le più curiose sono quelle affrescate nella gran vola del salone di Palazzo Barberini, opera di Pietro da Corona. Perché si vedessero bene, data l'altezza della volta - guai se non si fossero viste, data l'immodestia dei Barberini - Pietro le dipinse enormi, gonfie e pingui; cosicché, per le proporzioni e anche un po' per l'aspetto, sembrano piuttosto dei tacchini bene ingrassati o qualche altro volatile mangereccio.


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martedì, maggio 10, 2016

Misteri e segreti di Roma - Via del Portico di Ottavia - quarta parte

                                 
 
 
 
Ebrei e predica 
 
 
Nella chiesa di  Sant'Angelo in Peschiera come pure in quella vicina di S. Gregorio si riunivano il sabato gli ebrei romani, obbligati per legge ad ascoltare  in quel giorno la predica di un sacerdote cattolico.
Gli ebrei ascoltavano con aria serafica e imperturbabile le parole tonanti e gli anatemi contro << il popolo deicida >> proferiti dal prete.
Infatti si tappavano accuratamente le orecchie con della cera e quindi non sentivano praticamente una parola. Così almeno vuole la tradizione: certo, non risulta mai che uno, un solo ebreo sia stato convertito da queste prediche (l'unico caso di conversione certamente noto, quello dell'ebreo Assolenne avvenne in S. Andrea delle Fratte, e fu clamorosamente propagandato >>.


La casa ricomparsa
 
 
La casa trecentesca oggi sede della Ripartizione Antichità e Belle Arti del Comune di Roma tornò alla luce solo nel 1926, in seguito alle opere di demolizione e di scavo che intendevano liberare il Teatro Marcello dalle costruzioni che col tempo gli si erano accumulate attorno.
                                                                        F I N E

lunedì, maggio 09, 2016

Misteri e segreti di Roma - Via del Portico d'Ottavia - terza parte

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 Dove finivano le teste dei pesci
 
 
All'ingresso della chiesa di Sant'Angelo in Peschiera, sulla destra, una lapide informa che tutti i pesci che avessero superato la lunghezza delle lapide stesse dovevano essere decapitati << fino alle prime pinne e inclusa >> (usque ad primas pinnas inclusive) e le teste date ai Conversatori in Campidoglio ( Le teste degli storioni). La lapide, come l'altra del Campidoglio, misura metri 1,13.
La testa del pesce era considerata ( a ragione, dicono i buongustai ) la parte più prelibata, ed era utilizzata per zuppe. Ogni contravvenzione alla norma comportava una multa di ben dieci fiorini d'oro,


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domenica, maggio 08, 2016

Misteri e segreti di Roma - Via del Portico di Ottavia - seconda parte

                                        
 Trenta messe per Cola di Rienzo


Per effettuare il suo colpo di mano. Cola aveva aspettato che fossero assenti da Roma i signori più temuti, quei signori che, non dando nessun peso alle sue manovre, prendendolo per un pazzo o un buffone, si erano divertiti a invitare alle loro tavole il figlio della lavandaia e a sentirgli dire: << Io sarò grande signore o imperatore; tutti questi baroni per seguiterò; quello appenderò; quello decollerò >>.

Il mercato del pesce

Accanto alla chiesa di Sant'Angelo in Peschiera, nel cosiddetto Foro Piscatorio, si tenne per secoli il mercato del pesce.
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sabato, maggio 07, 2016

Misteri e segreti di Roma - Via del Portico di Ottavia - prima parte



 Trenta messe per Cola di Rienzo
Nella chiesa di Sant'Angelo in Peschiera, dalla mezzanotte della vigilia di Pentecoste del 1347 fino alle dieci del mattino dopo, Cola di Rienzo si preparò all'imminente conquista del potere ascoltando le trenta messe dello Spirito Santo.
Poi, narra il suo biografo, <<escìo fuora bene e palese, moltitudine di garzoni lo seguivano tutti gridanti; dinanzi di sé facevasi portare da buoni uomini della coniurazione tre confaloni... Ora prende audacia Cola di Rienzo benché non senza paura, e vanne una con lo vicario del papa e sale il palazzo del Campidoglio... Aveva il suo sussidio forza cento uomini armati. Adunata moltissima moltitudine di gente salìo in parlatorio e sì parlò, e fece una bellissima diceria de la miseria e della servitude del popolo di Roma: Poi disse: che per esso amore del Papa e per salvezza del popolo di Roma, esponeva la sua persona in ogni pericolo>>.


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martedì, maggio 03, 2016

Misteri e segreti di Roma - Piazza del Popolo - diciassettesima parte

               
 
 
Ultimo e speciale supplizio 
 
 
In piazza dl Popolo, il 23 gennaio 1826, si eseguì l'ultima mazzalatura semplice, cioè senza aggiunta dello squarto. Il supplicato era Giuseppe Franconi, reo di aver ucciso per rapina un ecclesiastico.
Dal 12 ottobre 1816 a Roma era rientrata in uso la ghigliottina (già usata dal tempo dei francesi, fra il 1810 e il 1813) : per il Franconi si tornò alla più vecchia e ben più penosa forma di supplizio probabilmente perché il delitto era stato da lui compiuto a spese non d'un civile ma d'un ecclesiastico, persona sacra.


                                                                                         F I N E