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martedì, marzo 27, 2012


Formazione della iconografia popolare religiosa

La formazione della "imagèrie" popolare religiosa risale al periodo antecedente l'invenzione della stampa da parte del Gutenberg  nel 1454. Già alla fine del trecento e nel quattrocento circolavano stampe su fogli di pergamena, silografie (incisioni su legno) francesi e tedesche, di soggetto religioso, cui si aggoiunge presto la analoga produzione a Venezia, in Lombardia, Dalmazia, Tirolo.
I soggetti, per lo più santi, colorati ad imitazione delle miniature contenute nei "Libri d'ore", erano ritagliati ed incollati su fogli di vario formato, utilizzati in funzione devozionale e a protezione della casa e della persona. 
La più antica collezionedi "santini" che si conosca è quella apprtenuta al notaio Ruberti di Parma nel 1403. Il piccolo formato invece si affermò e diffuse dopo l'invenzione della stampa, in coicidenza ed in contrapposizione alla Riforma luterana, che aveva proibito il culto dei santi e che invece la Controriforma cattolica promosse ed incrementò, sopratutto attraverso l'opera catechita dei Gesuiti.
Incisori e tipografi sono attestati già nel XVI sec. a Bruxelles, Praga, Anversa, Austria e Tirolo, nei paesi cioè dove più forte fu l'influenza del Concilio di Trento, che dettò norme e disciplina per la corretta utilizzazione dell'immagine sacra, spesso sconfinata in pratiche busive di magia o profilassi.
Anche il basso costo della carta, su cui era stampato il "santino", incoraggio nei fedeli la sua diffusione, in funzione devozionale, prottetiva, ma anche come souvenir di pellegrinaggio a celebri santuari di Madonne e Santi.
Nella produzione di santini si distinsero le Fiandre (Anversa); Germania (Augusta, Noriberga, Monaco); Francia (Parigi, Nancy, Chartres, Orleans, Metz).
In Italia la più grande officina a stampa e distribuzione dei santini in tutto il mondo fu quella dei Remondini a Bassano del Grappa, già attiva dal 1711; la tipografi Granducale dei Soliani a Modena (dal 1640 al 1870) produttrice di bellessime cromolitografie e la litografia San Giuseppe, di cui si conserva qualche esemplare nella città vecchia di Bari.
Tuttora da scoprire è l'attività delle tipografie baresi, fra cui Petruzzelli, Sorace, Pansini, Guerra e Lopez.

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