Villa Borghese
Una collezionista senza scrupoli
Villa Borghese, fu creata per il cardinale Scipione Borghese, nipote di papa Paolo V e da lui adottato, ospita quella che è stata definita "la regina delle raccolte private del mondo": la collezione d'arte che - continuata poi da Marcantonio Borghese, impoverita da Napoleone, rinsanguata in seguito con nuove accessioni - fu da Scipione iniziata e portata a buon punto.
Spregiudicato come molti grandi collezionisti, il "cardinal nipote" non esitò a valersi del prestigio che gli veniva dalla potente protezione dello zio, ricorrendo talvolta a lusinghe o minacce per ottenere quello che gli premeva. Per esempio, fu sicuramente forzata la vendita, da parte del cardinale Sfondrati, di settanta dipinti della sua raccolta, fra i quali due splendidi Tiziano: l'Amor sacro e Profano e la Venere che benda Amore (Sala XX).
Pressioni dello stesso genere costrinsero a cedere loro opere il cardinale Vendramin e i legali di Avignone, mentre il marchese Bentivoglio procurava al cardinal Scipione quadri del Dosso a prezzo di un inganno ai danni del duca di Ferrara.
Da grande collezionista, Scipione Borghese ebbe però, oltre la spregiudicatezza, il fiuto sicuro. Riconobbe infatti l'eccezionalità di due giovanissimi, Gian Lorenzo Bernini e il Caravaggio; di quest'ultimo ebbe il Bacchino malato e il Giovane con canestro di frutta grazie a un sequestro ad opera del fiscale di Paolo V, nello studio del Cavalier d'Arpino, dove il Caravaggio aveva lavorato come allievo, e acquistò invece la Madonna dei Palafrenieri, (Sala XIV) eseguita per la chiesa di Sant'Anna dei Palafrenieri e rifiutata dai canonici di San Pietro, scandalizzati dalla rugosa vecchiezza della Santa, dalla nudità del Bambino, dalla generosità di forme messa in mostra dallo scollo della Vergine.
continua...
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