Arco di Costantino Via di S. Gregorio
Via di S. Gregorio
I misfatti di Lorenzaccio
Le otto statue del fastigio dell'Arco di Costantino rappresentano notoriamente otto barbari (forse re) vinti da Traiano, nelle guerre sul Danubio: da monumenti più antichi è tratta buona parte della decorazione dell'arco, e queste statue dei barbari appartenevano appunto a un monumento dedicato a Traiano.
Un mattino dell'anno 1530, sotto il pontificatodi Clemente VII, i romani le trovarono decapitate. Autore dello scempio era stato Lorenzino detto anche Lorenzaccio de' Medici; e non si sa se glielo avessero ispirato amore dell'arte antica, del guadagno o semplicemente dello scandalo.
Tornato velocemente a Firenze, sfuggendo di stretta misura al castigo, Lorenzino avrebbe ucciso di lì a sette anni il cugino Alessandro de' Medici, signore della città; era mosso, anche questa volta, non si sa bene da quali intenti, se da desiderio di vendetta per certe disposizioni testamentarie che lo danneggiavano o dalla volontà di liberare la sua città dal tiranno o addirittura (così vorrebbe il Giovio) dalla speranza di cancellare, con quel patriottico assassinio, l'infamia di cui si era coperto decapitando statue a Roma.
Quanto ai barbari dell'Arco di Costantino, riebbero teste di fattura moderna da Clemente XII, un paio di secoli dopo.
Alessandro de' Medici Clemente XII
Lorenzaccio de' Medici
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