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sabato, novembre 19, 2016

Misteri e segreti di Roma - Via Condotti - quinta parte

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I destini del mondo
 
Vestito d' indumenti che trovava bellissimi e che ripescava in un immondezzaio ai Campi della Rondinella lungo la via Flaminia, viveva sulla Flaminia stessa in un studio appestato d'odori atroci per la presenza sotto il letto, di 76 << invenzioni segrete >> chiuse in altrettanto scatole e lattine ( più che pittore, teneva infatti a essere << meccanico >>, astronomo, filosofo ) e per gli ingredienti sospetti con cui componeva personalmente i colori. Per qualche tempo vendette con successo una << terra d'ombra >> che chiamava << capitone >>, stupendamente gialla; ma il successo finì quando si seppe con che cosa la fabbricava.
Nel suo indescrivibile studio tentava anche la rieducazione alimentare di numerose pulci, che teneva chiuse in una grande scatola piena di farina, sotto una lastra di veto: sosteneva infatti che le calunniate bestiole si nutrivano di sangue umano solo perché nessuno pensava a dar loto altro da mangiare.
A Roma era assai noto, e toccò forse il clou della sua carriera pubblica il giorno in cui, in un locale di via Santa Chiara, tenne una conferenza sul destino del mondo.
Davanti a un pubblico numeroso, il Galli parlò illustrando il suo dire con segni a gesso su quella che sembrava una lavagna. Ma quando i segni furono troppi, e il conferenziere volle cancellarli, si vide una lavagna non era, era una tavola dipinta, sulla quale il gesso strofinato fece un gran guazzabuglio. Accorse allora in aiuto l'assistente, un famoso modello di via Margutta, che lavò via il gesso con l'acqua presa dalla bottiglia del conferenziere. Disgraziatamente era dipinta non a vernice ma a nerofumo; e quando il Galli ricominciò a tracciare segni, il nero gli imbrattò le mani, passò allo sparato candido della camicia gli invase la faccia. 
Il pubblico applaudiva fragorosamente.

                                                                                           F I N E

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