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giovedì, luglio 10, 2014

Cesare Pascarella

Er terno

Ecco er fatto. Lo prese drent’al letto,
dove stava in campagna in un casino;
je sigillò la bocca còr cuscino,
e j’ammollò ‘na cortellata in petto.

Dunque, ferita all’undici; ce metto
uno, er giorno; quarantatré, assassino:
vado giù da Venanzio er botteghino
ar Popolo e ce butto un pavoletto.

A l’estrazione, sabeto passato,
ce viè l’ambo; ma invece de ferita
m’esce settantadue: morto ammazzato.

Ma guarda tante vorte er Pedreterno
come dà la fortuna ne la vita!
Si l’ammazzava ce pijavo er terno.

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