Il secondo marito di Lucrezia
Ma, contro la loro stessa attesa, don Micheletto risponde come uno che non sia lontano da rendere conti: ha fatto ciò che gli è stato comandato, dice, ma veramente non ha cognizione esatte, non sa nulla: quasi si scusa.Non ci vuol altro che la sua incertezza perché le due donne credano di poter dominare la situazione, e insistano nelle proteste: alla loro foga, sempre più don Micheletto tentenna e si mostra dubbioso; finché pare risolversi e piegarsi a un consiglio: perché non vanno dal papa, a due porte di distanza, e non sollecitano da lui l'ordine di liberare i prigionieri prima che siano condotti in fortezza? >>.
Le due incaute cadono nella trappola, e allontanati così testimoni, don Micheletto ha via libera per eseguire l'ordine del padrone.
Lucrezia e Sancia, di ritorno dalle stanze del papa, capiscono subito che Alfonso è moro: la porta è sbarrata da uomini in armi, don Micheletto tenta una misera spiegazione: il duca è caduto accidentalmente, ha avuto un'emorragia con effetti fulminanti.
Le due donne non hanno neppur il permesso di vedere la salma né di assistere alle frettolose esequie con cui è portata, la sera stessa, a Santa Maria delle Febbri: una chiesina che sorgeva allora presso San Pietro, sull'area occupata oggi dall'abside della basilica.
continua...
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