Morte di un Borgia
Secondo un'altra versione, il veleno era stato messo nel vino Trebbiano, che il papa aveva bevuto puro e il Valentino annacquato.
Fatto sta che mentre Cesare, stroncato dal vomito e dalla febbre, tentava invano tentava invano di nascondere il suo stato ai nemici pronti alla vendetta, e si faceva venire in camera un visitatore tentando - senza riusacirvi - di mostrarsi in condizioni perfette, il papa sembrava migliorare: il 14 o 15 era in grado addirittura di giocare a carte con i familiari. Ma poi vi furono ricadute, riprese, e infine, la sera del 18, la morte: il cuore aveva ceduto.
Di lì a poco, nelle stanze del pontefice entrava il fedelissimo di Cesare, don Micheletto Corella, con un seguito di uomini armati, e puntando un pugnale al cuore del tesoriere gli proponeva la scelta:la finestra, per essere buttato di sotto, o consegnare le chiavi del tesoro.Il cardinale consegnò le chiavi; solo che Micheletto dimenticò la preziossima di cui si era parlato all'inizio di questa voce.
continua...
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