Chiesa di S. Carlino
La Roma subterrena ci riserba un settore ugualmente sacro, ma assai meno complesso e periglioso: le cripte, le confessioni, i sotterranei delle antiche chiese. Quasi tutte le chiese non recenti, a Roma, hanno il proprio strato segreto, magari duplice o triplice; uniti, comporrebbero un'altra città, meno profonda e labirintica, ma forse più affascinante delle catacombe stesse.
Anche in questi sotterranei troviamo di tutto: artisticamente meriterebbero un grosso volume a sé (se bastasse).
Le chiese ipogee del Borromini sono un capolavoro di logica e di lucidità, come tutte le opere del più grande degli architetti: non un filo di decorazione, solo purissime linee architettoniche e l'ombra e la penombra che giocano con le complesse architravi, in un'atmosfera rarefatta. Più nota è quella di S. Carlino, da magici effetti di luce (un po' di fatica per convincere i frati a farvi scendere, al lume di una sola candela; ma il sagrestano è un angelo); quasi sconosciuta quella di S. Giovanni dei Fiorentini, liberata da una marea di fango tiberino solo pochissimi anni fa; il Borromini morì mentre la costruiva ed è sepolto fra queste mura.
Altre chiese ipogee sono baroccamente sontuose, come quella dei SS. Luca e Martino; in questa e in altre scopriamo statue di Santi barocchissime, raggelate da un fenomeno cosmico repentino, le chiome e le vesti agitate da un vento surreale.
Nessun commento:
Posta un commento