Basilica
Leone X
LEONE X (Giovanni de' Medici, 1513-1521)
Tomba in Santa Maria sopra Minerva
Colui che applaude e ammira il rapace Leone,
della belva dimentica il terribile unghione
Quando, con l' elezione di Leone X, arrivarono a Roma fiorentini a vagonate:
Da poi che Costatin fece il presente
per levarsi la lebbra da le spalle,
non fu più coltivata questa valle,
né venne a Roma mai cotanta gente.
Di Firenze, del papa ognun parente,
é vengono gridando: "Palle, palle!"
per istaffetta, in cesti, in mazzi, in balle.
. . . . . . . . . . . . . . . . . .
In morte
Mostro natura per molti segnali
ch'era mala, anzi pessima electione
far papa quel che si chiamò Leone;
ma più che lui, fur ciechi i cardinali.
Nacque tiranno e di parenti tali
che si mangiorno la tosca regione,
fu lusco a dimostrar che tai persone
guidano in precipitio li mortali.
Fu grande quasi in gigantea statura
per dir: se Jove quella ebbe in dispetto
che la disperse in l'umana natura.
Viso ebbe orrendo et mostruoso aspetto
da spaventar ogni anima sicura,
per dir: nessun di lui speri diletto:
O pastor maledetto!
Leon poi si chiamò per documento
che volea divorare el suo armento.
. . . . . . . . . . . . . .
In morte
Sacra sub extrema, si forte requiris, hora
cul Leo non potuit sumere: vendiderat.
(Gli ultimi istanti per Leon venuti,
egli non poté avere i sacramenti.
Perdio, li aveva venduti!)
In morte
E tengo certo e vero
che se 'l viver ancor li era concesso,
vendeva Roma, Cristo e poi se stesso.
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