Piazza di S. Pietro in Vincoli Basilica
Le catene di San Pietro
Nella chiesa di San Pietro in Vincoli sono conservate in un'urna di bronzo dorato, nella confessione, le catene con le quali venne avvinto l'apostolo San Pietro. Vengono esposte ogni anno il 1° agosto. Si racconta che le due diverse catene che avevano imprigionato il santo, l'una in Palestina, l'altra a Roma, portate ambedue qui e messe a contato, si saldarono miracolosamente.
La mosca di Giotto
Un quadretto tuttora conservato nella sagrestia di S. Pietro in Vincoli e che non è nemmeno del XIV secolo, come sarebbe logico, ma del XV o addirittura del XVI, è legato ad una curiosa leggenda ancora notissima a Roma e quasi proverbiale fino ad una trentina d'annifa, ma ora assolutamente dimenticata. Raccontava la leggenda che il quadretto fosse opera di un ipotetico maestro di Giotto, presso il quale il futuro sommo pittore svolgeva umili funzioni di pesta-colori o qualcosa di simile. L'opera (una testa di Battista) era compiuta o quasi, quando l'artista pensò bene di andare a pranzo, lasciando Giotto sul luogo. E il giovanotto, senza troppo pensarci su , dipinse sul viso del Santo una mosca così naturale che il maestro, tornato, fece di tutto per scacciarla; non riuscendovi, esaminò da vicino il dipinto e, invece di adirarsi, levò grida di ammirazione all'indirizzo del suo allievo e lo aiutò ad iniziare la sua straodinaria carriera. Con la storiella della "O" e con quella della pecora disegnata sul sasso, la mosca formava "clou" dell'aneddottica giottesca.
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