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lunedì, novembre 30, 2015

Misteri e segreti di Roma - Via della lungara - quinta parte

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Il biglietto da visita di Michelangelo 

Nella sala della Galatea, fra tante figure minute e tanti graziosi ornamenti, ci colpisce per contrasto l'enorme testa di giovane disegnata a carbonico in una lunetta e di squisita modellatura.
Vuole la tradizione che Michelangelo fosse andato un giorno a trovare il suo buon amico Raffaello, intento appunto a dipingere la Galatea. Ma non lo trovò essendo Raffaello in quel tempo molto occupato con la Fornarina, che viveva proprio lì accanto.
Michelangelo ebbe un ' idea scherzosa, prese un carboncino, salì la scala e lasciò , come biglietto da visita, la magnifica testa. Quando Raffaello tornò, non ebbe bisogno di chiedere nulla; guardò ammirato l' opera e ed esclamò: < Qui c'è stato il cavalier Michelangelo! >.
Tutto molto bello: ma pare che Michelangelo non c'entri per nulla e che la testa sia opera del giovane Sebastiano del Piombo, che in quegli anni era un collaboratore di Raffaello.

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domenica, novembre 29, 2015

Misteri e segreti di Roma - Via della Lungara - quarta parte

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                                                        Via della Lungara  ( fine 1800 )

 
La più famosa cortigiana della città
 
Qualcuno vuole che nella celeberrima Galatea della Farnesina Raffaello abbia raffigurato la famosa cortigiana Imperia, divenuta - al sommo di una brillante carriera iniziata a dodici anni - l'amante di Agostino Chigi costruttore della villa: il banchiere e mercante d'origine senese che da alunno del banco di Ambrogio Spannocchi ne era divenuto proprietario e che con attività di ogni genere ( traffico di cereali, vino e altre derrate; appalto e sfruttamento di saline e allumiere) aveva acquistato una smisurata ricchezza e una fama diffusa in Oriente, dov'era celebre come << il grande mercante della Cristian ità >>.
Colta e letterata, come molte cortigiane del tempo, ricca, potente Imperia aveva sostituito con questo nome, << per superbia >>, quello suo di battesimo: Lucrezia.
Secondo altri, inoltre, Imperia sarebbe servita di modello non al Sanzio ma di Sodoma per la Rossana delle  < Nozze di Alessandra e Rossana >, suo capolavoro, che orna l'appartamento superiore della Farnesina; quanto a Galatea, per dipingerla Raffaello avrebbe osservato molto belle donne con l'intento di riunirne le attività, ma poi avrebbe seguito soltanto una certa idea che gli era nata nella mente. Ma altri ancora vogliono che Imperia fosse ritratta da Raffaello nella Psiche che domina la volta della grande galleria.

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sabato, novembre 28, 2015

Misteri e segreti di Roma - Via della Lungara - terza parte



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Una romantica piacevolezza     
 
Nel grande pergolato che costituisce l'ossatura della volta della galleria della Psiche alla Farnesina, intorno alla favola di Amore e Psiche, si distinguono innumerevoli, gustosi particolari: frutta, oggetti, animaletti, uccelli di ogni specie.
Uno di questi particolari mandò in visibilio il Vasari, che si dilunga nella descrizione sottolineando la piacevolezza e il garbo di questo giochetto simbolico. Si tratta di una melanzana dalla forma molto allungata che penetra in un fico maturo e spaccato a metà. E anche senza bisogno delle accurate spiegazioni vasariane, il simbolismo del romantico particolare è assai chiaro.
 
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venerdì, novembre 27, 2015

Misteri e segreti di Roma - Via della Lungara - seconda parte




* L'amoroso Raffaello
 
Raffaello, come attesta il Vasari, fu << persona molto amorosa ed affezionata alle donne, e di continuo presto ai servigi loro: la qual cosa fu cagione, che, continuando i diletti carnali, egli fu dagli amici, forse più che non conveniva, rispettato e compiaciuto >>.
A esempio di questa indulgenza, degli amici verso la << carnalità >> del grande pittore, il Vasari riferisce che mentre Raffaello attendeva a dipingere gli affreschi per la Farnesina, l'amore per una sua donna lo distraeva dall'opera.
Il disperato committente, Agostino Chigi, pose rimedio alla faccenda procurando che donna amata dal pittore stesse << con esso in casa continuamente in quella parte, dove Raffaello lavorava; il che fu cagione che il lavoro venisse a fine >>.  

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mercoledì, novembre 25, 2015

Misteri e segreti di Roma - Via della Lungara - prima parte

             



                             

                                                                            Via della Lungara 
*Gli sprechi del banchiere

Il banchiere Agostino Chigi, primo padrone della Farnesina (Ministero degli Esteri- Ora), fu il più fastoso degli anfitrioni, 
Per ciascuno dei suoi ospiti,fra i quali ebbe i più illustri personaggi del tempo a cominciare  da Leone X, aveva fatto preparare i servizi d' argento con impresse le rispettive armi, e quando si cenava all'aperto
( sotto un portico ora scomparso sulla riva del Tevere ) piatti e posate usati venivano buttati nel fiume, dove peraltro trovavano ad accoglierli una capace rete.

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martedì, novembre 24, 2015

Misteri e segreti di Roma - Via Lata - settima parte


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 Morta di mal d' amore               
 
In questo via abitò Maria Bibbiena, la fidanzata di Raffaello, che, dice una leggenda, morì per causa sua di crepacuore.
 
Dove nacque una celebre barbiere       
 
Una lapide informa che in questa via, nel palazzo Pagliarini, abitò Gioacchino Rossini, proprio nel periodo nel periodo in cui stava componendo il celebre << Barbiere >>.
 
                                                                                                         F I N E                   

domenica, novembre 22, 2015

Misteri e segreti di Roma - Via Lata - sesta parte


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 Moglie per moglie
 
Nel sito corrispondente all' attuale numero 25 di via dei Leutari abitò, come sposa di Pietro Matuzzi, Isabella Borgia, figlia di Rodrigo Borgia (poi papa Alessandro VI) e di una donna ignota.
Nel 1501 il fratellastro di Isabella, Cesare Borgia detto Il Valentino, rapì la figlia di Fabio Orsini; per ritorsione, alla morte di Alessandro VI, gli Orsini invasero con molti armati palazzo Matuzzi e dopo averlo saccheggiato rapirono Isabella e la figlia da lei avuta (ormai una bella giovane, già sposa) e le tennero per qualche tempo a Monte Giordano.
L'oltraggio non venne però non venne vendicato da Pietro Matuzzi, il quale anzi, tempo dopo, svolse funzioni di paciere in una controversia fra i Colonna e gli Orsini.

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venerdì, novembre 20, 2015

Misteri e segreti di Roma - Via Lata - quinta parte

                                                  


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Vittoria Accoramboni
 
Pochi mesi dopo, a Salò, l' Orsini giunse a morte e lasciò una cospicua eredità a Vittoria: essa tuttavia non poté goderne a lungo perché venne pugnalata a morte da Luigi Orsini.
Il palazzetto in cui Vittoria iniziò la sua vita di sposa esiste ancora in via Leutari, e lo si può riconoscere dal portale recante come stemma due ricci, insegna del proprietario, un Orazio Ricci che agli inizi del '600 aveva comperato il palazzo dal principe Michele Peretti.

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giovedì, novembre 19, 2015

Misteri e segreti di Roma - Via Lata - quarta parte


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Vittoria Accoramboni 

Molto rumore fece l'assassinio del giovane Peretti e la voce popolare additava come mandate il principe Paolo Giordano Orsini, follemente innamorato di Vittoria.
Il cardinale Montalto mantenne la calma e, apparentemente, una certa serenità. A tre giorni dalla more del nipote consentì alla giovane vedova di tornar alla propria casa.
Da qui, accompagnata dalla madre, Vittoria uscì per recarsi a vivere in casa dell' Orsini.
Il 24 aprile 1585, giorno in cui il cardinal Montalto diveniva Sisto V, Paolo Giordano Orsini sposava Vittoria Accoramboni,.Accolto con freddezza alla corte papale, l' Orsini decise di allontanarsene per un po' e si recò con la moglie ad Abano per curare il male della lupa (che si cura applicando carne mora alla ferita per evitare che il male, senza nutrimento, divori la carne viva) e si mise a godere i piaceri della vita.        
                                                                                     
                                                                                                        continua...

mercoledì, novembre 18, 2015

Misteri e segrei di Roma - Via Lata - terza parte


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                                                        Chiesa Santa Maria in Via Lata

Vittoria Accoramboni
 
Ma, si disse, i genitori di Vittoria erano rosi dall' ambizione e non si accontentavano più della parentela che si erano scelti.
Così una notte una serva a nome Caterina consegnò a Felice Peretti, già coricato accanto alla moglie, una lettera in cui Marcello, fratello scapestrato di Vittoria, gli chiedeva di raggiungerlo immediatamente vicino al palazzo di Montecavallo, perché bisogno d'aiuto. Benché scongiurato dalla madre e dalla stessa moglie il buon Felice volle accorrere in soccorso del cognato e, armato della sola spada, uscì con un servo nella notte.
Arrivato alla salita di Montecavallo il coraggioso venne raggiunto da tre archibugiate che lo stesero, e gli assassini, raggiuntolo, lo finirono barbaramente. 

                                                                                              continua..