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lunedì, ottobre 31, 2016

Misteri e segreti di Roma - Piazza di San Giovanni in Laterano - quattordicesima parte

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Raduno infernale

La notte del 23 giugno, vigilia di San Giovanni, nei prati intorno alla cattedrale di San Giovanni in Laterano venivano le streghe di Benevento. I romani le mettevano in fuga con suoni di trombetta.


 Nun se po' sapé che bestia sia 

Nemmeno i più vecchi romani -- salvo quei pochi veramente versati nelle cose di chiesa -- sapranno dirvi a qual Santo è dedicata la loro Cattedrale. S. Giovanni Battista o S. Giovanni Evangelista? Manifesta le sue perplessità --  irrispettosamente -- anche il Belli:
                                                  Nun c'imbroijamo co' le specie. Piano!
                                                  Un conto è San Giovanni Evangelista,
                                                  un antro conto San Giuvan Battista,
                                                  e un antro San Giuvanni in Laterano.
                                                  Er primo è quello ch'ha la penna in mano,
                                                  l'uccello fra le gamme e fa la lista.
                                                  Er siconno è la statua c ch'hai vista,
                                                  che battezza er Signore ner Giordano.
                                                  Er terzo finarmente è un San Giuvanni 
                                                  che nun se p' sapé che bestia sia,
                                                  e nu' l'ho mai capito in quarant'anni >>.
Un terzo, ipotetico Sa, Giovanni, in questo caso non c'entra. La cattedrale di Roma e del mondo è dedicata congiuntamente (oggi si direbbe  a pari merito) ai due San Giovanni più noti.

                                                                                                    F I N E

sabato, ottobre 29, 2016

Misteri e segreti di Roma - Piazza di San Giovanni in Laterano - tredicesima parte

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Il segreto dell'Oltremontano

Secondo Flaminio Vacca, scultore del seicento e autore delle Memorie di varie antichità in diversi luoghi ella città di Roma, a suo tempo era << ferma opinione >> che all'incirca dietro la Scala Santa fosse nascosto un gran tesoro, qui riposto al tempo delle incursioni di barbari, << Goti et altri >>.
Il luogo preciso era noto a un Oltremontano che voleva promuovere ricerche ma che, venuto a lite con un amico e compagno, si scontrò con lui in duello fuori di Porta San Lorenzo e rimasto ucciso portò con se nella tomba il prezioso segreto.

Battenti musicali

Gli antichi battenti di bronzo della Cappella del Battista, nel Battistero di San Giovanni (secondo qualcuno provenienti dalle Terme di Caracalla) quando vengono fatti girare lentamente sui cardini rendono un suono gradevole, ricco di sfumature e di armonici, che desta nel vecchio edificio echi e risonanze indescrivibili.

Il bagno di Cola

Nell'urna di basalto vere al centro del Battistero, dove si battezzava per immersione, si immerse Cola di Rienzo, il I° agosto 1347, prima di mostrarsi ai romani vestito con le insegne di cavaliere e di chiamare il papa e i principi elettori a comparirgli davanti.

                                                                                                            continua...



mercoledì, ottobre 26, 2016

Misteri e segreti di Roma - Piazza di San Giovanni in Laterano - dodicesima parte

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L'infame invasore

Nella terza cappella della navata sinistra di San Giovanni in Laterano c'è un monumento storicamente curioso; è dedicato ai soldati pontifici morti combattendo contro l'infame invasore, cioè contro gli italiani.

Obelischi

L'obelisco egizio di granito rosso presso il centro della piazza è il più antico e il più grande di Roma, che ne ha tredici ed è la città più ricca di obelischi di tutto il mondo. Inoltre, nessuna città ne uno così alto  (31 metri e 47 con la base) come questo di Laterano.

La Scala Santa e altre scale

Una tradizione che va probabilmente datata all' VIII o IX secolo vuole che la Scala Santa, in piazza San Giovanni in Laterano, sia la stessa del Praeorium di Ponzio Pilato, che Gesù salì per presentarsi al cospetto di quest'ultimo, e sulla quale caddero alcune stille del suo sangue.
E l'unica che si salga ancora in ginocchio per mezzo di 28 scalini marmorei rivestiti di legno per evitarne la consunzione. Un tempo lo stesso rito si compiva su altre scale, per esempio su quelle dei Santi Michele e Magno, ai quali si ricorreva per grazia d'urgenza, in situazioni che richiedevano un intervento sopranaturale immediato e anche per impetrare vincite al lotto, e di Sana Maria Maggiore, per ottenere (la grazia era richiesta solo da donne) che i mariti cattivi diventassero dolci e buoni.
La Scala Santa porta alla cappella di San Lorenzo, detta anche Sancta Sanctorum per il gran numero di reliquie che vi si custodiscono; fra le altre un ' immagine acherotipa  del Redentore, dipinto su tavola del VI-VII secolo, che nel Medio Evo si cedeva opera di angeli e che i pontefici portavano in processione per scongiurare le sciagure da cui era minacciata la città.  


                                                                                                                continua...


martedì, ottobre 25, 2016

Misteri e segreti di Roma - Piazza di San Giovanni in Laterano - undicesima parte

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                                                                                          Ciborio

Il re degli scheletri

Tra i cento e cento scheletri e scheletrini che affollano le chiese di Roma, macabri tenebrosi o magari anche allegri, uno dei più paurosi e al tempo stesso dei più divertenti è situato all'inizio della navata sinistra di S. Giovanni in Laterano (tomba di Riccardo degli Annibaldi, legata al ricordo di Carlo d'Angiò); appartiene all'epoca del rifacimento borrominiano; ma il Borromini, che rifuggiva dal macabro, certamente non ha responsabilità in proposito. Lo scheletro avanza dall'ombra profonda verso il visitatore con un'espressione allucinante, resa più paurosa dalla << sordida barba >>,. In testa porta una corona (allusiva Re Carlo?), il che ne fa il sovrano di tutti gli scheletri romani. Ma l'ignoto scultore gliel'ha calcata curiosamente come un cappelletto, il che finisce per dare alla tenebrosa apparizione qualcosa di comico e a farla rassomigliare ad un ubriacone un po' disordinato.


                                                                                                                  continua...


Misteri e segreti di Roma - Piazza di San Giovanni in Laterano - undicesima parte

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                                                                                          Ciborio

Il re degli scheletri

Tra i cento e cento scheletri e scheletrini che affollano le chiese di Roma, macabri tenebrosi o magari anche allegri, uno dei più paurosi e al tempo stesso dei più divertenti è situato all'inizio della navata sinistra di S. Giovanni in Laterano (tomba di Riccardo degli Annibaldi, legata al ricordo di Carlo d'Angiò); appartiene all'epoca del rifacimento borrominiano; ma il Borromini, che rifuggiva dal macabro, certamente non ha responsabilità in proposito. Lo scheletro avanza dall'ombra profonda verso il visitatore con un'espressione allucinante, resa più paurosa dalla << sordida barba >>,. In testa porta una corona (allusiva Re Carlo?), il che ne fa il sovrano di tutti gli scheletri romani. Ma l'ignoto scultore gliel'ha calcata curiosamente come un cappelletto, il che finisce per dare alla tenebrosa apparizione qualcosa di comico e a farla rassomigliare ad un ubriacone un po' disordinato.


                                                                                                                  continua...


lunedì, ottobre 24, 2016

Misteri e segreti di Roma - Piazza San Giovanni in Laterano - decima parte

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I tre ecclesiastici ladri, e loro misera fine

Nel 1438 Capocciola  e Garofalo, beneficiari di San Giovanni in Laterano, rubarono molte pietre preziose tra cui zaffiri, balassi, diamanti, ametiste e perle --  come racconta Stefano Infessura -- togliendoli ai reliquiari in forma di teste di San Pietro e Paolo, conservati nel tabernacolo della chiesa. Insieme ai due venne arrestato anche Nicola di Valmontone, canonico di San Giovanni, indicato come ricettatore . 
Racconta l'Infessura: et lui iurava che non era vero et che non ne sapeva niente, et esso lo sapeva; da noi che fu saputa la verità et retrovate le pietre tutte foro riportate a Joanni a dì 22 agosto con tuta la processione di Roma e giron lo Senatore di Roma con tutti li Offitiali, con tutto lo popolo et lo Senatore la scomunica che fece Urbano V, lo quale pose lì quelle teste  et ornolle  con le ditte prete (pietre).
Dopo dodici giorni i tre ladri vennero in tre gabbie in Campo dei Fiori: su in alto et lì stétteronce dy quattro et dello ditto mese foro iustitiati in questo modo, videlicet Capocciola e Garofalo furo trascinati perfino alla piazza di Santo Joanni et missere Nicolao gìo a cavallo dello somaro, tutti immetriati, lo detto messer Nicola fo appeso nell'ormo (elmo) della piazza di San Joanni, et Capocciola et Garofalo li foro mozze le mani ritte et poi foro arsi nella detta piazza, et le ditte mani furo chiavellate accanto alla lopa del mantello...
Nella antica basilica di San Giovanni due affreschi, ora riprodotti in due disegni custoditi nell'Archivio Capitolare Lateranense  raccontavano la storia dell'arresto e del supplizio dei tre ladri,  

                                                                                             
                                                                                                              continua...

Misteri e segreti di Roma - Piazza di S. Giovanni in Laterano - nona parte

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San Francesco in sogno
 
Per aver visto in sogno San Francesco che con spalla sosteneva la basilica di San Giovanni in Laterano prossima a crollare, papa Innocenzo III si decise nel 1210, ad provare la regola dettata dal poverello d'Assisi (l'episodio è rievocato da un celebre affresco di Giotto in Assisi).
Per questo motivo la basilica è oggi fronteggiata dalla statua di San Francesco.


Due sacre teste
 
In San Giovanni in Laterano sono custodite, in simulacri d'argento, entro l'altissimo baldalcchino gotico, le steste degli apostoli Pietro e Paolo. Sotto di esse sta l'altare papale, sul quale solo il papa può dire messa.
Un sacro frammento di tavola
 
In San Giovanni in Laterano, in un lussuoso reliquario sopra il timpano dell'altare del Sacramento, si conserva un frammento della tavola intorno alla quale Gesù e gli apostoli consumarono l'Ultima Cena. La reliquia viene esposta il giorno di Pasqua.
La reliquia del sangue di Gesù
 
In San Giovanni in Laterano si conserva il sangue di Gesù che sarebbe, secondo la tradizione, stato qui trasportato dal centurione Longino. Secondo altri la reliquia proviene da un crocifisso che, pugnalato da un empio, fece uscire sangue dalla ferita.
                                                                                               continua...

venerdì, ottobre 21, 2016

Misteri e segreti di Roma - Piazza di S: Giovanni in Laterano - ottava parte

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                                                              Il Chiostro

La morte di papa Silvestro

Dopo quattro anni papato, Silvestro morì; ed ecco come. Un diavolo suo amico gli aveva annunciato che sarebbe morto solo quando avesse detto messa a Gerusalemme, e Silvestro si teneva sicuro che la sua fine fosse ancora molto lontana. Ma aveva interpretato male il responso, e andò a dire messa nella chiesa di S. Croce in Gerusalemme, sulla terra portata dalla Città Santa, segnando così la propria condanna.
Sentendo prossima la fine, fece severa penitenza: secondo una versione, si fece tagliare le mani e la lingua, con le quali aveva offeso Dio sacrificando al Maligno; secondo un'altra volle essere fatto a pezzi e i furono gettati ai diavoli che ci giocarono a palla. Chiese che i suoi resti mutili fossero messi su un carro e sepolti nel luogo in cui li avrebbero condotti gli animali aggiogati, non guidati da alcuno. Gli animali lo portarono a S. Giovanni in Laterano dopo un brevissimo percorso, in segno del perdono divino.
E, secondo ogni apparenza notizia storica che nel 1648, in occasione di lavori di restauro, l'arca marmorea di Silvestro II fu aperta: egli vi giaceva intero, intatto, con la tiara in capo e addosso le vesti pontificali. Al contatto dell'aria si dissolse in polvere.

                                                                                                         continua...

giovedì, ottobre 20, 2016

Misteri e segreti di Roma - Piazza di S. Giovanni in Laterano - settima parte

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Il papa mago

La fama di cui si diceva fu dovuta in parte, come in altri casi del genere, al grande sapere di Silvestro (al secolo Gerberto) e ala fatto che si occupò, oltre che di musica e di logica, anche di matematica, astronomia, di arti meccaniche, tanto che gli attribuì fra l'altro la costruzione di un organo i cui mantici erano azionati da acqua bollente; in parte all sua carriera brillante, che aveva cominciata come umile monaco e che molti, non trovando altra spiegazione a un così grande successo, dissero dovuta all'aiuto del diavolo; infine, e pare in misura non indifferente, all'odio, da lui cordialmente ricambiato, dei numerosi nemici.
Nel secolo XII la storia delle sue arti stregonesche << volava >>, per usare le parole d'uno degli scrittori contemporanei che la registrarono, << sulla bocca di tutti >>.
Si diceva che Gerberto avesse imparato dai Saraceni a intendere il linguaggio degli uccelli, a interpretarne il volo, a suscitare fantasmi dell'inferno. Si raccontava che avesse tenuto in casa un saraceno, proprietario di un libro magia dal quale a nessuno costo voleva separarsi: Gerberto gliel'aveva rubato ed era fuggito. Inseguito dall'altro che leggeva il suo cammino nelle stelle, con lo stesso sistema aveva conosciuto il pericolo e si era appeso per le mani sotto un ponte: così, non toccando né la terra né l'acqua, si era reso irreperibile, costringendo l'inseguitore a tornarsene a casa scornato

                                                                                                     continua.... 

mercoledì, ottobre 19, 2016

Misteri e segreti di Roma - Piazza di S. Giovanni in Laterano - sesta parte

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Il papa mago

Nella navata intermedia destra di San Giovanni in Laterano si può vedere il cenotafio di papa Silvestro II, opera moderna, risalente al 1909. Ma ne fa parte un'antica iscrizione, della quale si narra che trasudava di acqua; e quando era imminente la morte di un papa l'acqua si faceva così abbondante da formare un rigagnolo, mentre dal sepolcro usciva un agghiacciante scricchiolar d'ossa. 
Le origini di questa leggenda vanno cercate nella fama di stregoneria di cui Silvestro II godette ne Medio Evo, e che condivise - per non parlare di altri dotti, di antichi poeti come Virgilio, di scrittori del tempo come il Boccaccio - con altri papi: Benedetto IX sacrificava al Maligno, con le sue arti magiche innamorava le donne, e quando morì gli trovarono in casa libri di magia; Benedetto XII fu ucciso dal diavolo; Gregorio VI fu stregone anche lui e Gregorio VII solo agitando le maniche, sollevava intorno a sé nuvole di faville infuocate.

                                                                                                       continua...

lunedì, ottobre 17, 2016

Misteri e segreti di Roma - Piazza S. Giovanni in Laterano - quinta parte

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Morti di papa

Cade acconcio ricordare qui alcune morti di papi, in anni non lontani da quello del processo a Formoso.
Nel gennaio dell'882, secondo la Continuatio Ratisbonensis degli Annales  Fuldensee, Giovanni VIII fu ucciso dai parenti: gli diedero veleno, poi, siccome Giovanni tardava a morire, lo uccisero a martellate in testa.
Dopo Formoso, Stefano VI, che ha presieduto il processo al morto, finisce strangolato in una segreta; nel 928 Giovanni X è (secondo alcune fonti) soffocato con un cuscino in Castel Sant'Angelo.


                                                                                                         continua...

sabato, ottobre 15, 2016

Misteri e segreti di Roma - Piazza S. Giovanni in Laterano - quarta parte

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Il << Concilio cadaverico >>
 
Il morto dichiarato reo convinto, fu giudicato, il sinodo sottoscrisse il decreto di deposizione, e alla << mummia che sedeva immobile, tutta chiusa nel suo silenzio >>, furono strappati di dosso i vestimenti pontifici e recise le tre dita della mano destra, quelle usate per benedire.
Poi il cadavere fu gettato fuori dall'aula, trascinato per le vie, buttato nel Tevere.
Alcuni pescatori lo rinvennero tempo dopo, quando Stefano era già morto; le acque lo avevano trascinato per venti miglia ma, vuole la leggenda era intatto.
Venne religiosamente riportato al suo sepolcro in San Pietro, e a salutarlo immagini di santi chinarono riverenti la testa.

                                                                                    continua...

venerdì, ottobre 14, 2016

Misteri e segreti di Roma - Piazza S. Giovanni in Laterano - terza parte

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                                                                   Sotterranei Basilica


Il << Concilio cadaverico >>
 
La basilica di San Giovanni in Laterano fu danneggiata da un terremoto nel' '896.
Secondo il Gregorovius, crollò l'anno seguente, con probabile grande spavento -- sempre secondo il Gregorovius -- di papa Stefano VI, che poté vedervi un segno dell'ira divina per il sacrilegio processo a papa Formoso.
Salito al soglio, secondo i suoi nemici, per le mene della fazione tedesca, morendo nell ' 896 Formoso aveva avuto per successore appunto Stefano VI, della fazione spoletina, che contendeva alla tedesca il potere in Italia.
L'anno seguente, contro l'odiato Formoso fu bandito un giudizio solenne. << Il morto >> ( lasciamo la parola al Gregorovius ) << fu citato a comparire in persona davanti al tribunale di un sinodo. Il cadavere del papa, strappato alla tomba in cui riposava da otto mesi, fu vestito dei paludamenti pontifici, e deposto sopra un trono nella sala del concilio. L' Avvocato di papa Stefano si alzò, si volse verso quelle mummia orribile, propose le accuse ; e il papa vivente, con furore insano, chiese al morto : " Perché, uomo ambizioso, hai tu usurpato la cattedra apostolica di Roma ?">>.

                                                                                            continua...



giovedì, ottobre 13, 2016

Misteri e segreti di Roma - Piazza S. Giovanni in Laterano seconda parte

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Il parto di Nerone e il Laterano

La rana viva e vegeta, fu provveduta d'una nutrice ele furono dati per compagni i figli dei più grandi principi di Roma. Poi il padre felice celebrò una festa invitandovi settantadue re e mandò la figlioletta in giro per Roma, in compagnia della nutrice, su un carro d'argento con le ruote d'oro, tempestato di gemme, tirato da un cervo addomesticato.
Ma ecco che, quando il carro giunge su un ponte, la rana balza nel Tevere e sparisce; Nerone furente manda a morte la nutrice e quindici figli di principi, i padri si ribellano e sconfiggono Nerone, che si fa uccidere da un suo capitano. Dopo di che i principi vincitori costruiscono il Laterano, che trae il nome, come ognun vede, dalla rana lata, cioè portata in seno e partorita, dal defunto imperatore.

                                                                                                               continua...                                                                                                               

Misteri e segreti di Roma Piazza S. Giovanni in Laterano - prima parte

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Il parto di Nerone e il Laterano
 
Narra una leggenda di cui esistono varie redazioni che Nerone, esaurite tutte l' esperienze e dopo aver fra l'altro fatto squarciare il ventre a sua madre per vedere di dove era nato, stuprato la sorella, usato lo stesso trattamento persin'anche al padre, concepì l'inaudito desiderio di ingravidare e partorire. Chiamò dunque settantadue medici e ingiunse loro di provvedere.
I medici cercarono di esimersi, ma gettati in prigione e minacciati di morte trovarono un espediente: gli diedero un beverone contenente una piccola rana, e ottonuti così non solo la libertà ma anche un ricco premio se la batterono.
La rana che cresceva nello stomaco di Nerone non tardò a rivelarsi un'inquilina incomoda, onde l'imperatore ricorse ad altri medici, che posero termine alla gravidanza dandogli un potente emetico.

                                                                                                 continua...
   

lunedì, ottobre 10, 2016

Misteri e segreti di Roma - Piazza San Gregorio - seconda parte

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La cortigiana sfrattata

Ma in tempi più severi la cosa fu ritenuta sconveniente : buttati chissà dove i miseri resti , la tomba fu scomposta, poi riutilizzata per ospitare un brav'uomo, il canonico Lelio Guidiccioni, che forse non sarebbe stato molto lusingato da questa fine. Scomparsa è anche l'iscrizione, che diceva nientedimeno: << Imperia Cortisana Romana  / quae digna tanto nomine / rarae inter homines formae specimen dedit >>.

L'ultima cena di San Gregorio

Nella cappella di Santa Barbara (una delle tre cappelle che sorgono su ruderi romani nel piccolo piazzale davanti alla chiesa di San Gregorio Magno) c'è un tavolo di pietra al quale sedevano dodici poveri cui San Gregorio serviva in persona la cena. Si narra che una volta i commensali furono tredici, perché ad essi si era aggiunto un Angelo. Tale leggenda è riportata in due versi incisi sulla tavola marmorea e rievocata dal bell'affresco del Viviani, nella cappella stessa.


                                                                               F I N E

venerdì, ottobre 07, 2016

Misteri e segreti di Roma - Piazza S. Gregorio - prima parte

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La terribile inondazione

Nel VI secolo la città venne colpita da una terribile inondazione e si narra che un drago pestifero  apparisse e fomentasse col fiato una disastrosa epidemie.
San Gregorio riuscì sconfiggere il mostro e il 25 aprile di ogni anno venne istituita una processione a ricordo del miracoloso intervento.

La cortigiana sfrattata

Triste la decadenza delle splendide cortigiane del Rinascimento, che in vecchiaia difficilmente potevano conservare sia pure una parvenza del fasto passato. Imperia, la più celebre meretrice dell'epoca, amica di sovrani e artisti morì abbastanza giovane ( a soli 26 anni ) per non conoscere gli estremi oltraggi della decrepitezza. Ma subì, comunque un bell'oltraggio dopo morta.
I suoi più fedeli amanti o i suoi eredi le avevano eretto  - si noti bene, non proprio in una chiesa, ma sotto il portico della medesima, a sinistra entrando  - una bellissima tomba, naturalmente in stile del Rinascimento perché si era nel 1511.

                                                                                            continua...

Misteri e segreti di Roma - Piazza di S. Marcello - seconda parte

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La fine di Cola

All'abside della chiesa di San Marcello, l'8 ottobre 1354, fu appeso il cadavere mutilato di Cola di Rienzo, che assediato in Campidoglio da una folla furibonda, al grido << Moia il traditore che ha fatto la gabella! >>, aveva tentato di fuggire tingendosi di nero la faccia e avvolgendosi la testa in una coperta. Ma, tradito forse da un parente, , Locciolo Pellicciaro, che pare indicasse ai nemici la strada per la quale tentava la fuga , e riconosciuto per i braccialetti d'oro che portava, era stato preso e portato << allo luoco dl Lione >>, cioè presso  il gruppo scultoreo raffigurante un cavallo sbranato da un leone che era allora in Campidoglio sulla scala della Loggia Senatoria e oggi è sempre in Campidoglio ma nel giardino del Museo Nuovo. << Là addutto >>, continua l'anonimo Romano nella sua Vita di Cola di Rienzo, << fu fatto uno silenzio. Nullo homo era ardito toccarlo   . In esso silenzio mosse la faccia, de là et chà guardao. Allhora Cecco dello Viecchio impunio a mano ad uno stuocco e deoli nello ventre... Nullo motto faceva: alla prima morìo, pena non sentìo >>. Più tardi il cadavere fu straziato ed arso. Continua freddamente il cronista: << Là, sul campo dell'Austa  (cioè l'Augusteo) si adunarono tutti li giudei in grande moltitudine; era grasso, ardeva volentieri, fu ridotto in polvere e non ne rimase: cica >>.

Verismo

Nella chiesa di San Marcello, un crocifisso ligneo rappresenta le sofferenze del Cristo con tal verismo da aver fatto nascere la leggenda che per procurarsi un modello lo scultore avesse ferito mortalmente un carbonaio, ritraendone poi l'agonia; opera del secolo XV, il crocifisso fu ritrovato indenne fra le rovine dell'incendio del 1519.

                                                                                                   F I N E

giovedì, ottobre 06, 2016

Misteri e segreti di Roma - Piazza di S. Marcello - prima parte

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Il papa stalliere e il vescovo donatore di libri
 
La chiesa di S. Marcello sorgerebbe sulle rovine del << Catabulum >>, stazione centrale dei servizi postali, ove Massenzio avrebbe costretto papa Marcello I a fare da stalliere finché il Santo Pontefice non morì di stenti.
All'interno, presso la porta, ci sono i monumenti sepolcrali di Antonio Orso e Giovanni Michiel, nipote e zio. Giovanni Michiel, nipote a sua volta di papa Paolo II, morì di veleno in Castel Sant'Angelo, per ordine di papa Alessandro VI. 
La statua giacente del vescovo Orso Michiel sta sotto a quella dello zio ( opere entrambe del Sansovino ) ed è sorretta da una serie di libri: i monaci di San Marcello vollero in tal modo ricordare la donazione da parte del vescovo al loro convento di 730 codici.

                                                                                   continua...

mercoledì, ottobre 05, 2016

Misteri e segreti di Roma - Piazza di San Marco - seconda parte

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Madama Lucrezia

Madama Lucrezia si può vedere ancor oggi nell'angolo tra Palazzo e Palazzetto Venezia; è un busto muliebre di proporzioni colossali e dal viso sfigurato rappresentante forse l'imperatrice Faustina, ma dai romani creduto il ritratto di Lucrezia d' Alagno, favorita di Alfonso d' Aragona.
Una curiosa tradizione voleva che qualunque passante si inchinasse a Madama Lucrezia; ed era rispettata da tutti i romani. Una banda di monelli che stazionava in permanenza nei si incaricava di farla rispettare agli ignari forestieri, con varia astuzie: ad esempio, gettando dinnanzi ai loro piedi una moneta che essi si affrettavano a raccogliere, ma che al momento giusto spariva, perché legata a un filo; oppure facendo loro cadere, con ben assestati colpi di fionda, il cappello.

                                                                                                      F I N E

martedì, ottobre 04, 2016

Misteri e segreti di Roma - Piazza di San Marco - prima parte

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L'acqua miracolosa

Nel portico della chiesa di San Marco, posta entro palazzo Venezia, ma con facciata propria che guarda il Vittoriano, c'è una vera da pozzo risalente al Medioevo, e recane una singolare iscrizione: un prete Giovanni non meglio conosciuto invita i fedeli a bere l'acqua contenuta  nel pozzo e maledice per l'eternità chi osasse farne commercio.
Nel portico si può vedere murata la lapide tombale di << Vanotia Cathana >>, o Vannozza Catanei.

Il ballo dei guitti e Madonna Lucrezia

Il ballo dei guitti, cioè degli spiantati, si svolgeva, nella prima metà del secolo scorso, il primo di maggio; vi partecipavano belle ragazze e bulletti, ma anche gobbi, storpi, sciancati, vecchi, con grande spasso della popolazione.
Aveva per teatro piazzetta San Marco e vi soprintendeva Madama Lucrezia una delle << delle staue parlanti >>, che per l'occasione veniva inghirlandata di agli, cipolle, carote e nastri di tutti colori

                                                                                                            continua...

domenica, ottobre 02, 2016

Misteri e segreti di Roma - Via San Marco - seconda parte

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Monumenti che camminano

Il palazzetto sorgeva nell'attuale Piazza Venezia per far posto (ahinoi) al monumento di Vittorio Emanuele II, fu deciso il suo spostamento, previo smontaggio accurato, con numerazione di ogni pezzo, e ricomposizione dov'è tuttora. Ma naturalmente il palazzetto, come tutti i monumenti << ricomposti >>, ha perduto la sua patina di antichità e quasi tutto il suo fascino.
Un particolare curioso: quando si decise lo smembramento del palazzetto, un ingegnere milanese (il solito milanese di turno) piombò a Roma e propose un'idea ardita: spostare tutto intero il palazzetto, senza scomposizioni e smontaggi. Fu trattato da pazzo; e si vendicò, per così dire, pochi anni dopo, spostando con grande audacia tecnica, anch'esso tutto intero, il Campidoglio di una città americana.


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