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giovedì, giugno 30, 2016

Misteri e segreti di Roma - Via del Velabro - seconda parte

      
 
 La Cloaca Massima         
 
 
La volta non può risalire a prima del II secolo Avanti Cristo; ma l'arginatura potrebbe anche essere del VI secolo: come vuole la tradizione, che attribuisce l'opera a Tarquinio Prisco.
Scrive ancora Plinio il Vecchio:
 
<< Faceva fare quest'opera Tarquinio Prisco con le mani della plebe, ed era dubbio se la fatica fosse più lunga o più pericolosa, perciocché molti cittadini si uccidevano da loro stessi per fuggire tanta noia; al quale disordine trovò il re un rimedio nuovo e non più pensato né prima né poi, ché fece crocifiggere i corpi di tutti coloro che s'uccidevano in questo modo, esponendoli alla pubblica vista in pasto alle fiere e agli uccelli. Onde il pudore che è proprio del popolo romano e spesse volte, anche nelle battaglie, ha racquistata la vittoria perduta,allora anco sovvenne, ma più forte che mai, perché i vivi si vergognavano di ciò come se ancora dopo la morte s'avessero avuto a vergognare >>.
 
 
                                                                                          continua...

martedì, giugno 28, 2016

Misteri e segreti di Roma - Via del Velabro - prima parte

                                 
                                                             Arco di Giano e San Giorgio al Velabro


Romolo e Remo nella palude

La via deve il nome al Velabrum, la palude fluviale dove Faustolo trovò Romolo e Remo allattati dalla lupa. Una razionalizzazione delle leggenda avanza l'ipotesi che la < lupa >  non fosse una benevola bestia, ma una misera prostituta che si concedeva anche ai pastori della zona. Il Velabro è tutt'ora una delle zone di più basse e depresse di Roma.


La Cloaca Massima


Di fronte all'Arco degli Argenteri un misterioso budello passando sotto antichissimi archi, immette in un desolato recesso dove si possono ancora vedere scorrere le acque della Cloaca Massima, della quale Plinio (che per la vastità delle cloache  definiva Roma << città pensile e navigabile di sotto >>) scrisse che << il suo vuoto era tanto capace da poter accogliere un carro carico quanto più si può di fieno >>.
        
                                                                                      
                                                                                         continua...
           

domenica, giugno 26, 2016

Misteri e segreti di Roma - Piazza Venezia - terza parte

                 
       


Non durò     


La vecchia Letizia Ramorino (che nel suo esilio di Palazzo Bonaparte pare si nutrisse di solo consommé), ai tempi della buona fortuna, a chi si felicitava con lei per i trionfi della famiglia, rispondeva nel suo approssimativo francese: << Pourvou que ca doure >>.


Madama Lettizzia         


Il ritratto della vecchia dama ci ha lasciato il Belli:

                                                Che fa la madre de quen gran colosso
                                                che potava li Re co la serecchia?
                                                Campa de cunzumè, nun butta un grosso,
                                                dice uì e nepà, sputa e se specchia;
                                                sta sopr'a un canapè, povera vecchia,
                                                impresciuttita lì peggio d'un osso;
                                                e ha più carne sto gatto in d'un 'orecchia
                                                che tutta quella che lei porta addosso.
                                                A colori è er ritratto d'un cocomero
                                                sano; un stinco je batte co un ginocchio;
                                                e pe' la vita è diventata un gnommero.
                                                Cala ogni giorno e va sfummanno a occhio.
                                                Semo all'ammèn-Gesù: semo a lo sgommero:
                                                Semo all'ultimo conto cor facocchio.


Illustre modella 


Come modella per la Vittoria alata, che guida focosi cavalli su di un lato (il sinistro) del Vittoriano, venne scelta la bella duchessa di Sermoneta che, oltretutto, si chiamava proprio Vittoria.
                                                                                              F I N E
                                                
                                                 

venerdì, giugno 24, 2016

Misteri e segreti di Roma - Piazza Venezia - seconda parte

           
 
  

La vecchia sul palchetto
 
 
Al primo piano di Palazzo Bonaparte ( oggi Misciatelli ), sistemata ad angolo retto in modo da sporgere su due vie, sta una piccola loggia coperta, difesa da persiane, chiamata <> o <<mignano>> .
Dietro queste persiane stette, durante gli anni che ancora le restarono da vivere dopo la caduta dell'Impero e la morte del grande figlio, Letizia Ramorino, madre di Napoleone. 
Rifugiatasi a Roma (ove morì nel 1836) la vecchia còrsa passava preferibilmente le sue giornate a <> la vita che si svolgeva nelle vie sottostanti, e, data la posizione del palazzo, poteva anche godersi le varia manifestazioni della vita mondana: i carnevali, le corse dei cavalli ecc.
Divenuta quasi cieca non rinunciò al suo passatempo, interrogando su quanto avveniva sotto di lei la sua dama di compagnia, Rosa Mellini.

                                                                                          coninua...
 
 
 
                       

giovedì, giugno 23, 2016

Misteri e segreti di Roma - Piazza Venezia - prima parte

                   
 
 
Les diables au corps     
 
 
Pietro Barbo, il cardinale veneto divenuto poi papa col nome di Paolo II, inventore delle corse che diedero nome al Corso, costruttore di Palazzo e Palazzetto Venezia, secondo i cronisti del tempo visse sia sia da cardinale sia poi da papa secondi orari all'incirca proustiani: pranzava al vespro, vegliava tutta la notte, cenava poco prima dell'alba. Concedeva udienze quasi soltanto di notte.
In Palazzetto Venezia offerse ricchissimi banchetti ad ambasciatori e agli ospiti di cui amava circondarsi.    
Morì, dopo un quarto colpo apoplettico, avendo appena finito di cenare in lieta compagnia.
Un contemporaneo lo vuole morto di indigestione; un altro sostiene che fu soffocato da certi diavoli che aveva in corpo.
 
                                                                                           continua...

mercoledì, giugno 22, 2016

Misteri e segreti di Roma - Via Ventiquattro Maggio - terza parte



Molte ossa
però voglio credere che fossero messi tutti ad un tempo a suolo a suolo, e quel vano di cinque palmi dalla cima della volta fino all'ossa era il calo che aveva fatto mancando la carne: se vi fossero stati messi come ossa, avrebbero riempito fino alla sommità della volta e l'ossa si vedrebbono confusamente gittate, ma vediamo li corpi interi. 
Questo dà notizia che vi fossero messi con la carne, e quel muro mal fatto che stoppava dette volte, non significava altro che a quelli muratori pareva mille anni di fuggire da quelli cadaveri...
Nel sito di questo misterioso ossario sorsero in successione palazzo Acciajoli, palazzo Bentivoglio e quello costruito per Scipione Borghese, passato poi ai Mazzarino e ai Pallavicini - Rospigliosi.


                                                                                                 F I N E

martedì, giugno 21, 2016

Misteri e segreti di Roma - Via Ventiquattro Maggio - seconda parte

             
 Molte ossa
Racconta Flaminio Vacca nelle sue memorie che un suo amico lo mandò un giorno a chiamare per metterlo a parte di una macabra scoperta; scavando fra le rovine romane, nel corso dei lavori per conto di Bernardo Acciajoli propretario del sito, aveva trovato alcune volte sfondate e poi richiuse con un muro malfatto, e avendo fatto rompere il muro si era trovato in due volte piene di ossa umane.
Scrive il Vacca:
<<... vi era da cinque palmi di vano della sommità della volta al piano dell'ossa, e dove mettavamo il piede affondavamo fino al ginocchio, e come si toccavano perdevano la forma e si convertivano in cenere (...) restammo stupefatti dalla quantità de' morti: alcuni dicevano che fosse qualche crudeltà di Nerone, per essere ivi appresso alcuni edifici di esso Nerone, e che fossero Martiri: altri dissero qualche gran peste: io andai congetturando che per non essere sfondante di sopra dette volte, fossero stati messi per la bocca, 

                                                                                                continua...
                            

lunedì, giugno 20, 2016

Misteri e segreti di Roma - Via Ventiquattro Maggio - prima parte




Pino in memoria      


Vuole una tradizione che nel giardino di Villa Colonna i Colonnesi piantassero, a commemorare i la morte del loro gran nemico Cola di Rienzo ( e il giorno stesso di quella morte), un pino che crebbe e prosperò per secoli: fino al 1846, quando lo abbaté la folgore.


L'avvocato di Beatrice       


Sulla parete interna della facciata di San Silvestro al Quirinale sta il monumento funebre di Prospero Farinacci (1618, giurista di chiara fama, che tentò il tentabile per salvare dal patibolo Beatrice Cenci.


                                                                                       continua...   

sabato, giugno 18, 2016

Misteri e segreti di Roma - Corso Vittorio Emanuele - terza parte

         
 
 
 
I discendenti dei Fabi      
 
 
La famiglia Massimo, proprietaria del bellissimo palazzo a destra dopo corso del Rinascimento, detto <>, è fra  le più antiche di Roma; delle sue case, sorgenti nel sito stesso del palazzo e distrutte nel sacco di Roma del 1527, si trova notizia già in documenti del secolo XI. Alcuni la fecero addirittura risalire ai Fabi.
<< E vero, >> chiese una volta Napoleone a un principe dell'illustre casata, << che discentente di Fabio Massimo? >>. 
La risposta del principe fu degna quasi d'un Charlus: << Non potrei dimostrarlo, >> disse seccamente, << ma è una voce che corre nella mia famiglia da oltre mille anni >>.
 
 
                                                                                             F I N E         

venerdì, giugno 17, 2016

Misteri e segreti di Roma - Corso Vittorio Emanuele - seconda parte

 
 
 
 
 
L'angelo solitario 
 
 
Singolarissima è un'asimmetria che si nota sulla grandiosa facciata di S. Andrea della Valle; il frontone è accompagnato a sinistra da un grande angelo con l'ala alzata, bell'opera dello scultore Ercole Ferrara; ma sul lato opposto manca il corrispondente che, secondo logica, dovrebbe bilanciare ed equilibrare l'effetto.
Varie ipotesi cercano di spiegare il mistero dell'angelo solitario. Si vuole che mascheri un difetto di simmetria della facciata, oppure addirittura che funga da sostegno per un muro instabile.
La bella cupola della chiesa è la più alta di Roma dopo quella di San Pietro ed è opera del Maderno; il finissimo lanternino sarebbe da lui stato affidato ad un suo giovane parente e collaboratore appena giunto a Roma: il Borromini. Si tratterebbe quindi della prima opera di uno tra i più grandi architetti del mondo.

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giovedì, giugno 16, 2016

Misteri e segreti di Roma - Corso Vittorio Emanuele - prima parte



 Le stranezze del 7 agosto


Il 7 agosto  si festeggiava e si festeggia S. Andrea nella bella chiesa di S. Andrea della Valle. Durante questi festeggiamenti avvenivano sempre strane cose.
Nel 1691, ad esempio, davanti alla chiesa si misero a passeggiare quattro uomini nudi. 
Grande stupore di tutti i fedeli e delle guardie che, allibite, li lasciarono sparire senza nemmeno muoversi. I nudisti vennero arrestati dopo dieci giorni dietro spiata di uno di essi che ebbe l'impunità.
Un anno dopo avvenne un altro episodio similare: il papa aveva dato ordine al bargello di arrestare le meretrici che rivestite di abiti sontuosissimi, solevano passeggiare facendosi pubblicità davanti alla chiesa.
Nel 1692 appunto una bella palermitana, sui vent'anni, si mise a cantare: venne arrestata , messa a cavallo di un asino, con le spalle nude e un cartello che spiegava la sua colpa: quindi venne frustata sul cavalletto.
La passeggiata della belle riscosse tanto successo che la palermitana venne bandita dagli Stati Pontifici.


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mercoledì, giugno 15, 2016

Misteri e segreti di Roma - Piazza Vittorio Emanuele - quindicesima parte

    
 
 
 
L'amata di Raffaele e le misericordie     
 
 
Nel vaporoso e leggero affresco che orna la volta di S. Eusebio
(Gloria del Santo), Raffaele Mengs, il celebre pittore neoclassico,
raffigurò la sua amata nelle sembianze di uno degli angeli che concorrono alla Beatificazione del Santo.
Procedimento poco ortodosso, ma comune fra gli artisti del passato.
Il singolare coro in legno intagliato - una vera rarità per Roma - è ricco di << misericordie >>, cioè di figure grottesche, uniche nell'arte romana.
        
 
                                                F I N E                                        

martedì, giugno 14, 2016

Misteri e segreti di Roma - Piazza Vittorio Emanuele - quattordicesima parte

        
 
                    
Animali benedetti 
 
 
Fino a qualche anno addietro, la benedizione degli animali, sullo spazzio dinanzi a S. Eusebio, era veramente spettacolare: centinaia di cavalli, tutti quelli delle << botticelle >> romane e molti che provenivano dai Castelli, con i variopinti carretti, e ancora buoi, cani, gatti, tutti infiocchettati e << vestiti a festa >>.
Oggi le truci esigenze del traffico hanno ridotto di molto lo spettacolo e tutto si limita a qualche cane, a qualche gatto e a qualche uccelletto, benché non manchino gli ultimi, spaventatissimi cavalli delle carrozzelle, condotti sul luogo dai cocchieri più eroici, religiosi e tradizionalisti.
La chiesa conserva - unico in Roma -  un coro di legno con intagliate grottesche << misericordie >> e altre figure bizzarre e mostruose.

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lunedì, giugno 13, 2016

Misteri e segreti di Roma - Piazza Vittorio Emanuele - tredicesima parte



Il popolo e gli iniziati
 
 
Un'altra versione della leggenda, più nota a Roma, racconta di un misterioso personaggio che si sarebbe presentato con aria circospetta al marchese, chiedendogli un modesto finanziamento e un ambiente adatto per creare la pietra filosofale.
Dopo molte ricerche, tutte compiute nel chiuso del suo laboratorio, un bel giorno il personaggio sparì misteriosamente di com'era arrivato. Ma lasciò a testimonianza dell'esperimento riuscito, un po' d'oro e la sua formula segreta incisa sulla porta magica; formula che nessuno riuscì mai a decifrare.


  
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domenica, giugno 12, 2016

Misteri e segreti di Roma - Piazza Vittorio Emanuele - dodicesima parte

                   
 
 
Il popolo e gli iniziati      
 
 
Il popolo non ha mai avuto idee chiare sul conto degli iniziati, e infatti a Roma si dice che le iscrizioni della Porta Magica comprendano la formula per fabbricare oro. Questa formula sarebbe stat trovata verso la fine '600, che antichissimi libri, da marchese Palombara, che in questa piazza possedeva un palazzo cinto da un  vasto giardino. Come si vede, molti elementi della leggenda ciorrispondono alla realtà storica.
Dice però ancora la leggenda che dopo aver tentatoinvano di interpretare la formula, ricorrendo per questo scopo al consiglio di alchimisti, sapienti e negromanti, il marchese, presodalla disperazione, rinunciò al consiglio degli iniziatie si affidò, per cos' dire, al popolo: facendo incidere la formula nel marmo e collocandola appunto su questa porta (allora dava accesso al giardino), nella speranza che qualche passante riuscisse a penetrarne il senso.
Dice sempre la vox populi che finora nessuno c'è riuscito.
 
 
                                                                                         continua...        

sabato, giugno 11, 2016

Misteri e segreti di Roma - Piazza Vittorio Emanuele - undicesima parte

              
 Il gradino della Porta Magica
Ai due lati di un segro molto complesso sta scritto:
                                                 EST OPUS OCCULTUM VERI 
                                                   SOPHI APERIRE TERRAM
                                                            UT GERMINET
                                                      SALUTEM PRO POPULO

E opera occulta del vero saggio aprire la terra affinché generi salvezza per il popolo. Naturalmente per popolo si intendonogli iniziati.

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giovedì, giugno 09, 2016

Misteri e segreti di Roma - Piazza Vittorio Emanuele - decima parte

                
 
 
              
L'architrave della Porta Magica     
 
 
Sull'architrave della Porta Magica, in mezzo a vari simboli, sta scritto:
HORTI MAGICI INGRESSUM HESPERIDUM CUSTODIT DRACO ET SINE ALCIDE COLCHIDAS DELICIAS NON GUSTASSET JASON.
 
Che, pressappoco, significa: un drago custodisce l'ingresso del giardino magico delle Esperidi e, senza l'Alcide (Ercole), Giasone non avrebbe degustato le delizie colchiche (della Colchide)
Secondo una accreditata tradizione, il vello d'oro della Colchide era un testo egizio di alchimia; Ercole è figlio di Dio e rappresenta la sapienza; Giasome è l'uomo che cerca la liberazione.
 
 
                                                                                                 continua...

mercoledì, giugno 08, 2016

Misteri e segreti di Roma - Via Vittorio Emanuele - nona parte

                                           
 
 
 La soglia della Porta Magica
 
 
Sulla soglia è scritto:
                                          SI SEDES NON IS
 
 Questa affermazione può apparire lapilissiana: se siedi, non vai; ma come accade con l'uso degli specchi nel gioco degli scacchi, la papalissianità giunge al parossimo e per così dire si purifica: infatti le parole latine possono esser lette anche da destra a sinistra, in tal caso significano: se non siedi, vai.
 
                                                                                      continua...

 

martedì, giugno 07, 2016

Misteri e segreti di Roma - Via Vittorio Emanuele - ottava parte

        
                                                        C. V. E. - Altri tempi


Gli stipiti della Porta Magica
 
 
Tocchiamo qui il punto-chiave dell'alchimia, quello che fece favoleggiare il popolo di una materialistica ricerca dell'oro (AU): se si compiono le nozze della luna intellettuale col sole, spiega Elémire Zolla, cioè con il cuore umano dopo che questo è stato consumato, fatto putrefare, staccato dalla carne ed infine rinato e diventato re, padrone di ciò che prima lo irretiva, allora si ottiene lo zolfo rosso o sole o oro, che accoppiato o proiettato su qualsiasi metallo lo trasforma in oro.
                                                                                                 continua...
 
                             

lunedì, giugno 06, 2016

Misteri e segreti di Roma - Piazza Vittorio Emaneule - settima parte





La Porta Magica 


Latona è il mercurio che, col fuoco e con l'azoto (etere) si purifica: la purificazione del mercurio è simbolo della purificazione dell'anima che alla fine appare senza scorie (senza vesti) come zolfo bianco.
Lo zolfo bianco è la luna o Diana.
Sotto il segno del Sole è scritto:

                                                   FILIUS NOSTER
                                                   MORTUUS VIVIT
                                                 REX AB IGNE REDIT
                                                      ET CONIUGIO
                                                   GAUDET OCCULTO

Il nostro figlio morto vive, torna dal fuoco Re, e gode del congiungimento occulto.

                                                                                        continua...


                                                                                       

sabato, giugno 04, 2016

Misteri e segreti di Roma - Piazza Vittorio Emanuele - sesta parte

                             


 Gli stipiti della Porta Magica 


Qui il senso è chiarissimo, volatizzando zolfo, mercurio e sale, le loro penne (i loro vapori) convertiranno tutti i minerali in pietra argentata, cioè in cristallo: nella loro fluidità troverai un punto di appoggio. (Porsi la terra sopra la testa vuole anche dire capovolgere i propri movimenti naturali). 
Sotto il segno di Mercurio è scritto:

                                                         AZOT ET IGNIS
                                                           DEALBANDO
                                                      LATONAM VENIET
                                                    SINE VESTE DIANAM

Quando l'azoto e il fuoco imbiancano Latono Diana viene senza veste.


                                                                                        continua...

venerdì, giugno 03, 2016

Misteri e segreti di Roma - Piazza Vittorio Emanuele - quinta parte

                                 
Gli stipiti della Porta Magica       
Chi sa bruciare con l'acqua e lavare col fuoco col fuoco fa cielo della terra e fa del cielo cosa preziosa.
Qui la spiegazione fornita da Elémire Zolla è più breve, e possiamo riportarla:
<< Si designa così il momento del rovesciamento , per cui l'ira marziale, il ferro e la spada vengono usati contro i movimenti naturali dell'uomo, cioè ci si purifica con un lavacro di fuoco; d'altra parte si ammolliscono con l'acqua, fino a decomporli, i movimenti naturali di esultanza umana, cioè li si brucia con lacrime.
A questo modo, usando degli impulsi l'uno contro l'altro, si fa del cielo terra e della terra cielo, si ristabilisce in terra l'ordine celeste >>.
Sotto il segno di Venere è scritto:

                                                 SI FECERIS VOLARE
                                                    TERRAM SUPER
                                                      CAPUT TUUM
                                                       EIUS PENNIS
                                                ACQUAS TORRENTUM 
                                             CONVERTES IN PETRAM

Se ti farai volare la terra sopra la testa, con le sue penne convertirai in pietra le acque dei torrenti
                                                                                                        continua...

mercoledì, giugno 01, 2016

Misteri e segreti di Roma - Piazza Vittorio Emanuele - quarta parte

                
                                                                 Fontana del Fritto misto


Gli stipiti della Porta Magica
Il diametro della sfera (La sfera tagliata dal diametro), il circolo della thau ( la T iscritta nel circolo), la croce del globo non giovano ai ciechi, ai non iniziati. E per i non iniziati la spiegazione di queste quattro righe sarebbe troppo lunga.
Sotto il segno di Marte è scritto:  

                                                        QUI SCIT 
                                                COMBURERE AQUA
                                                  ET LAVARE IGNE
                                                  FACIT DE TERRA
                                                         COELUM
                                             ET DE COELO TERRAM
                                                       PRETIOSAM


                                                                                                continua...