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venerdì, settembre 30, 2016

Misteri e segreti di Roma - Via S. Marco - prima parte

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Monumenti che camminano

In nessuna città al mondo, quest'è certo, i monumenti camminano come a Roma.Si spostano, cioè, da un luogo all'altro della città, inquieti come se avessero una vita propria. Ci sono fontane, statue, monumenti che hanno cambiato residenza cinque o sei volte, e certo finiranno per cambiarla ancora. Persino monumenti di grandi proporzioni, come la fontana, anzi il fontanone di Ponte Sisto, sono trasmigrati da un quartiere all'altro.
Ma l'esempio più straordinario è il palazzetto Venezia, un << affare >> di rispettabili 45-50 metri di lato con un grande cortile a portici.

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mercoledì, settembre 28, 2016

Misteri e segreti di Roma - Via Santa Maria dell'anima - seconda parte

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Mentre quanti hanno comprato per moneta sonante cariche pontifice maledicono la cattiva sorte, mentre l'Aretino, che si è battuto per l'elezione di un alro cardinale, se la dà a gambe, Adriano arriva nella città eterna con un povero bagaglio e una governante, subito ribattezzata << sacratissima religiosa lavandaia >>; e per prima cosa rimprovera alcuni cardinali che sono andati a ricervelo in abiti civili ; poi rifiuta un arco di trionfo, dicendo che è roba da pagani.
Nel suo breve pontificato, non diventa più popolare: Gode fama di avaro, non si sa quanta meritata perché il suo predecessore Leone X ha lasciato le finanze vaticane in uno stato disastroso; in ogni caso fa sospendere importanti lavori e, abolisce le feste tanto care ai romani.

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lunedì, settembre 26, 2016

Misteri e segreti di Roma - Via Santa Maria dell'Anima - parte prima

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Nella chiesa di Santa Maria dell'Anima ( che era la chiesa dei tedeschi e degli olandesi ), nel presbiterio, a destra dell'altare maggiore, è sepolto l'ultimo pontefice straniero: Adriano VI Florenz di Utrecht.
Di origine modeste (era figlio di un calafato, ed era stato aio di Carlo V), sinceramente religioso, Adriano sconvolse i romani, che gli dimostrarono fin dal principio la più feroce antipatia. Uscendo dal conclave che lo aveva eletto il 9 maggio 1522, i cardinali (che se ne venivano, ci dice un contemporaneo, con volti squallidi, attoniti e quasi tutti discontenti e già pentiti di quello che avevano fatto) furono accolti con fischi, grida, insulti. Chi voleva arrostirli, chi bollirli a lesso, chi metterli in gelatina; mentre Marforio, conversando con Pasquino, proponeva di passarli per le picche e aggiungeva:
                                       Né sarieno anche eguali
                                       le pene al metro, ma bisogneria
                                       trargli in Ispagna coll'artiglieria:
                                       canaglia brutta e ria,
                                       ch'ha fatto un papa senza saper come, 
                                       fiammingo, mai non visto e senza nome.

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domenica, settembre 25, 2016

Misteri e segreti di Roma - Piazza S. Maria Maggiore - quinta parte

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I Savoia puniti

A Santa Maria Maggiore andavano a messa i Savoia, ai quali, colpevoli dell'annessione di Roma all'Italia, era negato di sentir messa in Quirinale. Inoltre il sacrestano del Capitolo, monsignor Ricci, non voleva saperne di mettere cuscini rossi sul loro inginocchiatoio: i reali dovevano mandare avanti un staffiere, che disponeva ai lori posti cuscini portati da casa.


Le campagne parlanti

A saperle intendere, certe campane di Roma parlano.
La campana di Santa Maria Maggiore, per esempio, annuncia: Avemo fatto li faciòli, avemo fatto li faciòli!
Quella di San Giovanni in Laterano replica domandando: Con che? con che? con che?
La campanella di Santa Croce in Gerusalemme risponde: Co' le codichelle, co' le codichelle, co' le codichelle!
Puccini sfruttò abilmente i vari suoni delle campane di Roma (riprodotti nelle loro reali intonazioni) nel preludio al 3° atto della Tosca.

                                                                                       F I N E

sabato, settembre 24, 2016

Misteri e segreti di Roma - Piazza S. Maria Maggiore - quarta parte


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Odissea di un ambasciatore
 
Sulla parete sinistra del Battistero di Santa Maria Maggiore c'è il busto di Antonio Emanuele Funta, detto il Nigrita, che in vita fu ambasciatore del Congo presso il Papa.
Nel 1604 il Funta partì dal Congo con un messaggio di Alvarez II, re congolese, in cui il gran personaggio pregava papa Paolo V di inviare nella sua terra dei missionari per convertire il suo popolo.
Mail povero Nigrita durante il viaggio fu aggredito dai pirati e, giunto a stento in Ispagna, vi dovette restare, quasi privo di mezzi, per tre anni. Finalmente nel 1607 arrivò dopo grandi tribolamenti a Roma, dove il Papa gli preparò grandi accoglienze: ma ancora una volta il fato si accanì contro l'ambasciatore che morì il giorno prima dei festeggiamenti.
Il busto eretto in suo onore è assai bizzarro: per il volto fu usata pietra nera, su cui risaltano occhi bianchissimi.

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venerdì, settembre 23, 2016

Misteri e segreti di Roma - Piazza S. Maria Maggiore - terza parte

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Le aveva trovate
 
Nella Cappella Sistina della chiesa di Santa Maggiore è sepolto Sisto V, famoso papa di terribile di energia, protagonista di infiniti annedoti. Una delle storie, o storielle, più famose vuole che, quando era ancora cardinale Perretti, il futuro Sisto si comportasse come un vecchio malandato, già con un piede  nelle tomba: per dare ai colleghi cardinali l'idea che, se fosse stato eletto papa, sarebbe stato un papa di corta durata. Eletto al soglio, appena saputo la notizia buttò via le grucce solitamente a cui si appoggiava, si raddrizzò, secondo qualche versione persino sputò verso il soffitto.
E a un tale che mostrava stupirsi di quell'improvviso e imprevedibile mutamento, spiegò che non c'era nulla di strano: sin allora era andato in giro curvo perché cercava in terra le chiavi di Sa. Pietro; ma adesso le aveva trovate.

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mercoledì, settembre 21, 2016

Misteri e segreti di Roma - Piazza S. Maria Maggiore - seconda parte

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Una reliquia che intenerisce
 
Fra le molte reliquie che la basilica custodisce c'è anche la mangiatoia in cui venne deposto Gesù Bambino.
Intorno ad essa, nel '200, o nei primissimi anni del '300 fiorì un mirabile Presepio, il primo che si conservi, opera di Arnolfo di Cambiolo; è nella cripta della Cappella

L'oro d'America
 
Il soffito a cassettoni della chiesa di Santa Maria Maggiore, attribuito a Giuliano da Sangallo, reca lo stamma gentilizio di Allesandro VI Borgia: un bue. Secondo la tradizione, il soffitto venne dorato con il primo quantitativo d0oro giunto dalle Americhe.
L'arma potente
 
In un cortiletto annesso alla basilica di Santa Maria Maggiore -- ma visibile anche dall'esterno -- sorge la colonna voluta da papa Clemente VIII a celebrazione e ricordo della convrsione al cattolicesimo di Enrico IV di Francia.
La croce marmorea  con le braccia coronate dai gigli francesi poggia su un capiello e su una colonna di marmo rosa: questa colonna riprodruce esattamente la forma di un cannone dell'epoca (1595) e reca inciso << in hoc signovinces . Ci si domanda ancor oggi se papa Clemente intendesse riferir la famosa scritta alla croce o al cannone riprodotto dalla colonna.

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martedì, settembre 20, 2016

Misteri e segreti di Roma - Piazza S. Maria Maggiore - prima pare

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Santa Maria della Neve
 
E uno dei tre nomi di Santa Maria Maggiore sull'Esquilino, chiamata anche Liberiana; ed ecco perché.
Verso la meà del IV secolo un ricco e pio patrizio romano volev consacrare tutti i suoi beni a un'opera in onore di Dio; ma non sapeva bene di che opera dovesse trattarsi. Lo aiutò a uscire dalla sua perplessità la Vergine che, apparsagli in sogno una notte fra il 4 e5 agosto, gli disse di costruirle  una chiesa dove avrebbe trovato, l'indomani, neve caduta di fresco.
La stessa notte, papa Liberio aveva fatto un sogno analogo. La mattina successiva, i romani stupefatti videro che durante la notte sull'Esquilino era caduto un tappeto di neve; nel luogo della nevicata miracolosa furono subito iniziati i lavori per la costruzione di una basilica.
Santa Maria Maggiore viene tradizionalmente identificata con quest'ultima, ma, sembra, a torto : pare infati che la vera Liberiana sorgesse altrove.

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lunedì, settembre 19, 2016

Misteri e segreti di Roma - San Pietro - diciannovesima parte

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Il Muro G
 
Davanti a questo muro, secondo la Guarducci, si recavano a pregare i cristiani del III - IV secolo, che avevano cura di farvi incidere i loro nomi e (o) quelli dei defunti che volevano raccomandare alla clemenza del cielo (i graffiti sono infatti costituiti esclusivamente da nomi personali). Far incidere, abbiamo detto, e non incidere direttamente: << E logico supporre>>, osserva infatti Margherita Guarducci, << che la tomba dell'Apostolo fosse vigilata da custodi che assolvevano anche il compito di scrivani. 
Un po' quello che succede nei santuari di oggi, dove la gran massa dei fedeli non può avvicinarsi direttamente ad una reliquia o ad immagine miracolosa, ma ne è tenuta lontana da una balaustra. Il pellegrino che vuole offrire un cero, lo consegna al sagrestano, che provvede ad accenderlo sull'altare. Qui i cristiani si limitavano, probamilmente, a dire allo scrivano i nomi dei defunti, ed era lo scrivano che compilava il graffito, elaborando le lettere dei nomi in modo da conferire a queste particolari valori mistici...>>.  

                                                                               F I N E

domenica, settembre 18, 2016

Misteri e segreti di Roma - San Pietro - diciottesima parte

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                                           La cattedra di San Pietro sormontata dalla "Gloria" del Bernini 1656-1665

Il muro G
 
Il muro, perpendicolare al Muro Rosso (e battezzato dagli archeologi il Muro G), nel quale era celato il ripostiglio contenente un tempo le ossa di San Pietro, è, l'abbiamo detto, coperto di graffiti: indecifrabili per il non competente, sono stati letti da Margherita Guarducci, che vi ha riconosciuto un esempio del simbolico cifrario alfabetico usato dai cristiani della prim'ora. << Tale sistema crittografico >>, spiega Giorgio Batini, << non si basa soltanto sul valore simbolico attribuito a certe lettere dell'alfabeto (alpha e omega come simbolo di principio e fine, e perciò simbolo del Redentore; la lettera T usata quale mistica raffigurazione della Croce; la lettera Y usata come simbolo di salvezza e salute), ma anche sull'accostamento di alcune lettere mediante linee di congiunzione, e perfino sulla trasformazione di una lettera, in altra lettera, o in un simbolo cristiano, per ottenere una valenza o polivalenza, e aumentare quindi -- con stupefacente abilità di elaborazione -- il significato religioso di una parola >>.


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sabato, settembre 17, 2016

Misteri e segreti di Roma - San Pietro - diciasettesima parte


                                                                             La Porta Santa


San Pietro in una scatola da scarpe
 
L'indagine condotta da valenti specialisti chiarì che le mosse umane erano appartenute a un individuo di sesso maschile, piuttosto alto, robusto di età fra i sessanta e i settant'anni; i frammenti di stoffa erano di un drappo di porpora intessuto d'oro; l'intonaco era quello Muro Rosso; la terra era identica a quella dell'edicola. La Guarducci arrivò alla conclusione che le ossa erano i resti dell'Apostolo, tolti dall'edicola e collocati nel ripostiglio per salvarli dalle infiltrazioni d'acqua.
E le monetine medievali? Erano finite portate nel ripostiglio attraverso spaccature nel muro, dalla quale dovevano essere passati anche i topi di cui erano presenti i resti.
Naturalmente non mancarono le polemiche e la Guarducci fu accusata di avventatezza. Ora però Paolo VI ha solennemente convalidato la tese dell'epigrafista: << Nuove indagini pazientissime e accuratissime >>, ha dichiarato, << furono eseguite col risultato che Noi, confortati dal giudizio di valenti e prudenti persone competenti, crediamo positivo: anche le reliquie di San Pietro sono state identificate in modo che possiamo ritenere convincente >>.

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venerdì, settembre 16, 2016

Misteri e segreti di Roma - San Pietro - sedicesima parte

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San Pietro in una scatola da scarpe
 
La tomba sotto l'edicola, però, era vuota. E vuoto era anche il ripostiglio marmoreo celato da un muro perpendicolare al Muro Rosso e coperto di graffiti; o almeno, così dichiararono (e a questo punto la vicenda comincia a colorarsi di giallo) gli studiosi che condussero la prima frase degli scavi. Solo diversi anni dopo un sampietrino disse a Margherita Guarducci di ricordare che al tempo della scoperta aveva avuto in consegna dall'economo della fabbrica di San Pietro del materiale rinvenuto nel misterioso ripostiglio. Il materiale era stato messo in scatola di scarpe riposto da qualche parte. Lo spirito investigativo della Guarducci fu premiato quando la scatola venne rinvenuta in un magazzino delle Grotte Vaticane.
Dentro c'erano ossa umane, ossa di animali, frammenti di tessuto,  terra, pezzetti d'intonaco rosso, matassine d'argento, monetine medievali.

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giovedì, settembre 15, 2016

Misteri e segreti di Roma - San Pietro - quindicesima parte

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                                                                    Altare della Confessione


Pietro è dentro
 
Scavando sotto l'altare della Confessione, o per meglio dire sotto la serie di monumenti costituita in successione verticale dal monumento eretto da Costantino, dall'altare di San Gregorio Magno, dall'altare di Callisto II e dall'altare di Clemente VIII, innalzati sul luogo ove la tradizione poneva la tomba di San Pietro, si scoprì, conglobata col monumento costantiniano, addossata a un muro intonacato di rosso (che gli archeologi battezzarono << il Muro Rosso >>), un'edicola che si poteva identificare con il << trofeo >> ricordato dal prete romano Gaio -- del II secolo -- come il monumentino funerario che segnava proprio il luogo della sepoltura del primo pontefice.
Un graffito tracciato sul Moro rosso fu così interpretato dall'epigrafista Margherita Guarducci:
        
                                                   IIETP (O$)
                                                        ENI
Vale a dire, Pietro è sepolto qui dentro.
Era la prova che ci si trovava davanti alla tomba del principe degli Apostoli.


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mercoledì, settembre 14, 2016

Misteri e segreti di Roma - San Pietro - quattordicesima parte

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Una necropoli sotto San Pietro
 
La basilica di San Pietro sorge là dove si stendeva, accanto al Circo Vaticano (nel quale la tradizione vuole che San Pietro subisse il martirio) una necropoli costituita da numerose sepolture variamente stratificate del II e III secolo: tombe di nobili e di poveri, sepolture pagane, sarcofaghi dinisiaci, sepolcri egizi, mausolei e tombe cristiani.
Già nei secoli andati, in varie occasioni, i resti di questo sepolcreto si erano offerti allo sguardo di scavatori, ma l'esplorazione non era stata mai portata a fondo: di volta in volta, i cercatori erano stati profondamene delusi e perfino scandalizzati dal trovare tombe pagane la dove cercavano santi resti, o si erano lasciati spaventare da credenze superstiziose, o il divieto delle supreme autorità ecclesiastiche li aveva costretti a desistere dalle ricerche.
Solo nel 1939, per volontà di Pio XII, furono iniziati scavi sistematici, che si articolarono in due campagne: una durata dal 1939 al 1950, una iniziata nel 1953 e non terminata ancora.


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martedì, settembre 13, 2016

Misteri e segreti di Roma - San Pietro - tredicesima parte

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Il volto coperto
 
In San Pietro venne sepolta la Regina Cristina di Svezia, morta dopo aver contratto la risipola: il volto deturpato dal male, prima della sepoltura venne coperto da una maschera d'argento.
 
La tomba del simoniaco 
 
All'inizio della navata destra delle Vecchie Grotte, a sinistra, un antico sarcofago scolpito racchiude i resti di Niccolò III Orsini, da Dante posto all'Inferno nel girone dei simoniaci.
                                                      
                                               Sappi ch'io fui vestito del gran manto:
                                               E veramente fui figliuol dell'Orsa,
                                               Cupido si, per avanzar gli orsatti,
                                               Che, su, l'avere, e qui , me misi in borsa
dice al poeta il pontefice dannato, confitto a testa in giù in un foro ardente (la << borsa >> in cui ha me se stesso).
Fra le indelicatezze che Dante gli rimproverava, era il conferimento di quattro cariche cardinalizie a membri della sua famiglia.

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lunedì, settembre 12, 2016

Misteri e segreti di Roma - San Pietro - dodicesima parte

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Le grotte vaticane
 
Emozionanti e inaspettate sono le Sacre Grotte che si estendono sotto San Pietro, e che il risultato\della differenza di livello tra l'antica e la nuova basilica ; una specie di enorme intercapedine immersa nella penombra, dove sono affastellai resti di antiche tombe papali avanzi romani e medievali, opere d'arte semi-dimenticate e anche monumenti moderni. Le grotte Vecchie constano di 3 immense e oscure navate, ingombrate da grandi pilastri; Le Grotte nuove appartengono in parte ad un elegante rifacimento del '500. Nel complesso si trovano le sepolture di un imperatore (Ottone II), un re (Giacomo III Stuart, due regine (Cristina di Svezia e Carlotta di Savoia-Lusignano) e 17 papi.
Le grotte sono aperte al pubblico, mentre è necessario un permesso speciale per scendere ancora più nel profondo, nella Necropoli Precostantiniana, dov'è la Tomba di Pietro.


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domenica, settembre 11, 2016

Misteri e segreti di Roma - San Pietro - undicesima parte

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Il papa sulla palla
 
Il conviviale (finché la malattia non lo forzò alla reclusione) Pio IX, la vigilia della festa di San Pietro e Paolo, nel 1847, si recò col seguito sul tetto della basilica raggiungendo la << palla >> della croce sul cupolone. Sul tetto poi si fermò a cena.
La palla può contenere nel suo interno -- non proprio comodamente -- almeno 12 persone.

La << firma >> del Filarete e quella di Manzù
 
L'ultima porta a destra della Basilica di San Pietro è chiamata Porta Santa e viene chiusa dal Papa in persona in occasione dei Giubilei.
La Porta Mediana è costituita da imposte bronzee, opera del Filarete il quale ha scolpito nei riquadri: Storie del pontificato di Eugenio IV ; Salvatore e Vergine in trono; San Paolo con la spada e il vaso mistico ai piedi ; San Pietro consegna le chiavi al papa inginocchiato; Decollazione di San Paolo; San paolo appare a Plautilla; Crocifissione di San Pietro.
Nelle fasce che separono i riquadri il Filarete ha ritratto scene della mitologia greca e romana, animali e frutti, personaggi del tempo.
All'interno della porta, in basso, l'artisra ha << firmato >> la sua opera con un bizzarro bassorilievo rappresentante il gruppo degli allievi guidati dal Filarete stesso a cavallo di un mulo.
La porta detta della Morte, opera di Giacomo Manzù, è stata invece firmata dallo scultore con l'impronta della sua mano.

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sabato, settembre 10, 2016

Misteri e segreti di Roma - San Pietro - decima parte

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                                                              Festeggiamenti di San Pietro Apostolo


<< Rotto il ghiaccio... >>
 
In fondo alla navata mediana di San Pietro c'è la statua in bronzo del Santo, il cui piede destro è ormai consunto dei baci dei fedeli. Sulla statua un medaglione posto nel 1871 da Pio IX  ricorda che prima di Pio IX nessun pontefice toccò i 25 anni di regno leggendariamente che questo raggiunti dall'Apostolo Pietro. E si voleva che questo traguardo fosse irranggiungibile. 
Ma subito dopo Pio IX che primo lo varcò (regnando ben 32 anni, rotto il ghiaccio, superò i 25 di pontificato anche Leone XIII.

Giove trasformato
 
La statua di San Pietro sarebbe stata fusa, secondo una tradizione, col materiale ricavato da una statua di Giove, e questo per ordine di papa S. Leone I ( V secolo; ma molti oggi, ritengono opera del XIII secolo).
Ogni 29 giugno la statua viene parata a festa con le vesti pontificali.


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venerdì, settembre 09, 2016

Misteri e segreti di Roma - San Pietro - nona parte

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Il salasso dei canonici
 
I canonici del capitolo di San Piero avevano, in base a una costituzione di Innocenzo III e a un'altra di Callisto III, l'obbligo di cavarsi il sangue sei volte l'anno: questo doveva aiutarli a osservare con minor fatica la continenza.
I canonici di San Pietro furono anche i premi a smettere l'uso della parrucca, vietato da Pio VII nel 1801. (I papi invece non portarono mai parrucca).

L'inglese eretico
 
<< Dominica in San Pietro >>, riferiva un contemporaneo, Leonardo Donà, in un dispaccio del 29 luglio 1581, << un inglese eretico, mentre che un sacerdote, havendo consecrata la Santissima Ostia stava per elevarla, lo assalì per strappargliela dalle mani; et non havendolo potuto fare prese il calice, che anchora non era consecrato et lo sperse con vilipendio in terra.
Costui fu subito con pugni e calci dal populo assistente ben battuto et finalmente condotto anchora alla carcere dell'Inquisizione, ove ha confessato d'esser venuto con una compagnia di alcuni altri in Italia per far alcun atto simile, desideroso per la sua pessima setta di morire. Questa setta pare che sia di persone che non tengono nessuna religione, et che riprendono tutti con grande bestialità; è stato condannato alla morte, che si li darà uno di questi giorni >>.

Un protestante in San Pietro
 
Nel 1823 il cardinal Consalvi ordinò al Thorvaldsen la tomba di papa Pio VII: l'opera compiuta venne molto criticata sopratutto perché, essendo l'artista di religione protestante, un protestante era stato messo a lavorare in San Pietro.
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giovedì, settembre 08, 2016

Misteri e segreti di Roma - San Pietro - ottava parte

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Quel che non fecero i barbari

Il baldacchino fu inaugurato nel 1633 da papa Urbano VIII Barberini; per farlo erano stati fusi i bronzi tolti dal pronao del Pantheon (buona parte di quel bronzo fu però impiegata per fabbricare 80cannoni).
Pasquino commentò: Quod non fecerunt barbari, fecerunt Barberini ( quello che non fecero i barbari, lo fecero i Barberini).
 
 
La verità rivestita
 
Nel passaggio dal presbiterio al transetto sinistro c'è il monumento funebre da Alessandro VII, opera del Bernini.
Grande dolore venne all'artista quando il rigoroso Innocenzo XI ordinò di rivestire con un panneggio di metallo la figura nuda della verità.

La Chiesa e Alessandro VIII
 
In fondo alla basilica, a sinistra della tribuna, riposa in un fastoso sepolcro Alessandro VIII Ottoboni, papa nepotista. Di lui si disse che sarebbe stato meglio se la chiesa, invece che sua sposa , fosse stata sua nipote.
Murate vive
 
In San Pietro, nell'Anno Santo 1450, si potevano vedere due donne murate vive, << solo con una buca dove si porge loro il mangiare >>: ne testimonia Giovanni Rucellai nel suo Zibaldone quaresimale.
Non si sa se fossero murate per loro volontà di penitenza, oppure per punizione, ma è certo che  l'Inquisizione pronunciò numerose condanne di muratura a vita, contro << eretici >> e contro donne che avevano avvelenato i mariti.

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mercoledì, settembre 07, 2016

Misteri e segreti di Roma - San Pietro - settima parte


                                                       Resti della casa di Pietro a Cafarnao

Stemmi evocativi 

Il grande, celebre baldacchino e colonne tortili che copre l'altar maggiore della basilica di San Pietro, sul quale solo il pontefice può celebrare la messa, fu donato da papa Urbano VIII Barberini: in adempimento, vuole la leggenda, di un voto fatto per impetrare la salvezza d' una nipote molto cara, in pericolo di vita per una gravidanza disastrosa. Il Bernini, incaricato dell'opera a parto felicemente avvenuto, volle ricordare la vicenda negli stemmi Barberini che ornano i plinti delle quattro colonne da cui è retto il baldacchino, scolpiti in modo da rappresentare le fasi una gravidanza.
Gli stemmi accennerebbero infatti ad un grembo di donna coperto dalle tre api barberiniane, prima quasi normale, poi ingrossato; gli ornamenti al di sotto del campo sembrano evocare con discreto verismo gli organi della generazione; la testa di donna al di sopra del campo è prima ridente, poi sempre più contratta dalla sofferenza, infine sostituita da una testina di bimbo.

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martedì, settembre 06, 2016

Misteri e segreti di Roma - San Pietro - sesta parte

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La colonna di Salomone
 
Nella Cappella della Pietà, in San Pietro, c'è la Colonna Santa, fatta a spirale e protetta da inferriata, alla quale, secondo una leggenda, si sarebbe appoggiato Gesù nel Tempio di Salomone. Era detta anche colonna degli spiritati o degli energumeni, perché fra le virtù sopranaturali che Gesù le infuse appoggiandosi vi era quella di cacciare il diavolo di corpo agli indemoniati.
In realtà si tratta di colonna romana del secolo IV.

Il papa che mangiò oro e gioielli
 
In San Pietro, la tomba austera e senza ornamenti di papa Gregorio XIV, che nel 1590 divenne papa e morì, secondo la fantasia popolare è dovuta al fatto che quando detto papa era malato, per mantenerlo in vita gli vennero somministrati pietre preziose e oro macinati per un totale di 15.000 scudi: quando morì non si poté fargli un adeguato monumento funebre, tant'è vero che manca perfino la statua.
E si voleva mantenerlo in via a tutti i costi perché era il terzo papa che, nel breve volger di un anno, era succeduto a Sisto V.

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lunedì, settembre 05, 2016

Misteri e segreti di Roma - San Pietro - quinta parte

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                                                              Tomba e i resti di Pietro Apostolo


La seducente Giustizia
 
L'episodio è ricordato anche in un sonetto del Belli, che registra due varianti circa la nazionalità del protagonista: sarebbe stato un milord inglese o un << chierichetto >> romano.
Questo monumento sembra a destinato evocare ricordi dissonanti con la santità del luogo. E infatti irriverente ricordare che Paolo III, godendo fama di grandi successi con le donne, aveva avuto il cognome storpiato dal volgo romano, che invece del Farnese lo chiamava, deplorevolmente , Fregnese. Era chiamato anche Cardinale della Gonnella.

Solita tassa
 
Per finanziare la costruzione di San Pietro, Leone X impose alle cortigiane una tassa speciale, che diede un provento di 20.000 ducati: somma enorme, quadrupla di quella che si ricavava dalla vendita delle indulgenze.

L'unica opera firmata
 
La celebre Pietà michelangiolesca, posta nell'omonima cappella di San Pietro, è l'unica opera che Michelangelo abbia firmato: la firma è visibile sulla fascia che attraversa il petto della Vergine.
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domenica, settembre 04, 2016

Misteri e segreti di Roma - San Pietro - quarta parte

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La seducente Giustizia 
 
Nelle due figure femminili del monumento funebre di Paolo III Farnese (a sinistra delle tribuna di San Pietro), la tradizione riconosce la madre e sorella del papa: la madre, Giovannella Caetani, nelle Prudenza; la sorella, la <> Giulia, diletta di Alessandro VI Borgia, nella Giustizia, nata ignuda, poi dal Bernini coperta parzialmente con un manto di metallo.
Ma secondi alcuni la Giustizia sarebbe non Giulia Farnese ma Costanza Sforza; secondo altri, un'anonima fanciulla di cui si invaghì il pontefice già vecchio.
Si racconta anche che, pur di marmo, la bellissima donna (allora ancor nuda) conquistasse almeno un cuore maschile: quello di un giovane spagnolo,  che una notte si sarebbe introdotto in San Pietro e avrebbe manifestato con tanto abbandono la sua passione da dimostrare indispensabile il provvedimento di coprire la statua almeno un po'; come fu fatto.

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sabato, settembre 03, 2016


Rota porphyrretica - su questa pietra Carlo Magno è stato elevato dal papa San Leone III alla dignità di imperatore


Carlo imperatore 

Sul pavimento, all'inizio della navata mediana di San Pietro, è posta la Rota Por..., grande disco di porfido: su di essa nell'anno 800 Carlomagno si inginocchiò per ricevere la corona imperiale dalle mani di papa Leone III, il quale dopo avergliela consegnata, pronunciò per tre volte: A Carlo, piissimo augusto, coronato da Dio, grande e pacifico imperatore, vita e vittoria, accompagnato dagli astanti.

Il dono del sultano

Nella navata sinistra di San Pietro, il monumento funebre, di bronzo parzialmente dorato, eseguito dal Pollaiolo per Innocenzo VIII Cybo è e il primo che raffiguri un pontefice seduto in trono.
Papa Cybo ha nella sua sinistra un oggetto insolito nell'iconografia delle tombe papali: una di lancia. Rappresenta una reliquia preziosissima, conservata in San Pietro sesso, nella loggia berniniana, insieme al legno della croce e alla Veronica: la unta della lancia con cui Longino trafisse il costato di Gesù, donata al papa dal sultano Bajazet II perché non liberasse il suo fratello e rivale Djem, prigionero in Roma.

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venerdì, settembre 02, 2016

Misteri e segreti di Roma - San Pietro - seconda parte

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Le balconate delle reliquie
 
In quattro nicchie alla base dei pilastri della cupola di San Pietro ci sono quattro statue: San Longino, Sant'Elena imperatrice, Santa Veronica e Sant'Andrea. Dalle balconate  che le sovrastano vengono esposti nelle grandi occasione alcune delle più illustri reliquie della Cristianità : il Volto Santo, la Sacra Lancia, un frammento della Santa Croce, il capo di Sant'Andrea.
Lo scultore infelice
 
Autore della statua di Sant'Andrea è Francois Duquesnoy. Grande e ammirato artista, il Duquesnoy fu un uomo infelice, afflitto dalla cattiva salute, da una profonda depressione, da una perpetua insicurezza  che gli rendeva difficile anche le più semplici decisioni e, nel lavoro, lo costringeva a fare più e più modelli di ogni particolare anche minimo, fosse pure un dito, senza esser contento mai del risultato. Ridotto con pochi amici, e anche con poco denaro perché i committenti si stancavano della sua lentezza, accolse con immenso sollievo un invito di Luigi XIV a stabilirsi come scultore di corte a Parigi, dove sperava di rimettersi in salute; ma sfortunato fino in fondo, morì a Livorno proprio mentre stava per imbarcarsi alla volta della Francia. Un anno dopo un viaggiatore inglese registrava nel suo diario la voce, circolante a Roma, che l'artista fosse morto pazzo per il dispiacere che il suo Sant'Andrea fosse stato collocato in una cattiva luce.
 
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giovedì, settembre 01, 2016

Misteri e segreti di Roma - San Pietro - prima parte

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La più grande chiesa del mondo
 
 Ricostruito nella forma attuale dal Bramante (che demolì totalmente la basilica precedente, tanto da farsi soprannominare  << Mastro Ruinante >>) San Pietro è la più grande basilica del mondo: è lunga, compreso il portico, 211 metri, in confronto ai 158 di San Paolo di Londra, ai 157 del duomo di Milano, ai 149 di Santa Maria del Fiore a Firenze, ai 132 di San Petronio a Bologna, e ai 110 di Santa Sofia a Costantinopoli.
La cupola, compresa la croce che la sormonta, arriva a 132 metri d'altezza sorpassando anche la più alta guglia del Duomo di Milano che è alta 108 metri, e lo stesso Torrazzo di Cremona 111 metri.
Sul pavimento della navata mediana sono segnate le misure delle più grandi chiese del mondo (quelle riportate qui sopra) in palmi romani ma con varie inesattezze: ad esempio proprio il Duomo di Milano vi è indicato molto più piccolo del reale.
 
 A ufo
 
Anche a Roma, come a Milano, l'espressione << a ufo >> ( cioè per niente, gratis) venne coniata in seguito alla costruzione della basilica di San Pietro; venne tratta dalla dicitura A:U:F: ( ad usum fabricae) che portavano incisa i materiali da costruzione che per concessione particolare non pagavano dazi. Così avvenne anche per il Duomo di Milano.
Il gallo dell'apostolo e la Madonna della Febbre
 
Nella Sacrestia Comune è conservato un orologio coronato da un gallo di bronzo: ambedue ornavano un tempo la basilica costantiniana e ricordavano che l'apostolo Pietro aveva per tre volte rinnegato il suo Maestro.
Nella sacrestia dei Beneficiati è oggetto di devozione la miracolosa e veneratissima Madonna della Febbre, del '300.

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