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venerdì, maggio 29, 2015

Misteri e segreti di Roma - S. Agostino - seconda parte

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 Un rifugio per il pittore maledetto

Si racconta - me è leggenda, del resto in parte giustificata dalla folle - che nella chiesa di S. Agostino il Caravaggio trovasse asilo quando dovette fuggire la giustizia per aver ucciso con un colpo di mazza, in Piazza Navona, il padre d'una sedotta. In ricompensa dell'ospitalità offerta, avrebbe poi dipinto il magnifico quadro della cappella sinistra, la " Madonna dei Pellegrini ".

  La santa e le altre

Nella chiesa di Sant'Agostino, dove si trova la tomba di Santa Monica, madre del Santo titolare, trovarono estremo riposo alcune notissime etere d'età rinascimentale, dalla Fiammetta che fu amica di Cesare Borgia a Giulia Campana con le figlie Penelope e Tullia d'Aragona.
                                                                                                                       F I N E
 
      


                                      

giovedì, maggio 28, 2015

Misteri e segreti di Roma - Piazza S. Agostino - prima parte

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Piazza S. Agostino
La più venerata

Una tradizione popolare vuole che la statua della Madonna del parto, opera del Sansovino conservata nella chiesa di S. Agostino sia invece d'origine romana e rappresenti Agrippina con in braccio il piccolo Nerone.
C'ò non le ha impedito di diventare una delle Madonne più venerate di Roma, come dimostra la strabocchevole quantità di ex voto e doni recati dai romani, convinti che a lei Dio le dia "tutte vinte".
Il Belli così la descrive:

         Tra du' spajère de grazzie dipinte
          se ne sta a sede co Gesù bambino,
          co li su' bravi orloggi ar borzellino,
          e catene , e scioccaje, e anelli e cinte.
          De brillanti e de perle, eh cià l'apparto:
          tiè vezzi, smaniji, e tiè collana:
          e de diademi ce n'ha er terzo e r' quarto
Ma tanta sovrabbondanza di ori  e gemme non piace al Belli, che così severamente, conclude:
           Inzomma, accusì ricca e accusì ciana,
           quella povera Vergine der Parto
           nun è più una Madonna: è una puttana.


                                                                                                       continua...
           












       



giovedì, maggio 21, 2015

Misteri e segreti di Roma - Quirinale - terza parte

                                           


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 Un Savoia a Roma

Parecchi anni prima che i Savoia s'installassero al Quirinale, venne ad abitarvi e a morirvi nei pressi un re di Sardegna. Si tratta di Carlo Emanuele IV di Savoia che, fattosi gesuita dopo aver abdicato al trono, fu ospite fino alla morte (1819) nella casa dell'Ordine annessa alla chiesa di S. Andrea al Quirinale. Il suo monumento si può oggi vedere nell'andito della chiesa.

Per i comodi del Kaiser

Sul fianco del Quirinale, in questa via che doveva essere un tempo, tra le più belle di Roma, sorgevano, oltre le chiese di S: Andrea e di S. Carlino, tuttora esistenti, altre due chiese antiche, una delle quali dedicata a S. Maria Maddalena, con due conventi annessi; tutto questo, con una mentalità e un rispetto per le memorie antiche, ahinoi, tipicamente italiani, fu spazzato via in un momento, in occasione della visita ufficiale del Kaiser Guglielmo II alla fine del secolo scorso; si volle, infatti, realizzare in gran fretta un "ameno giardinetto" perché gli augusti occhi dell'illustre ospite potessero in esso ricrearsi.
                                                                                                                         F I N E




Misteri e segreti di Roma - Quirinale - seconda parte

                                                      


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La prima e l'ultima

San Carlino è la prima e al tempo stesso l'ultima chiesa del Borromini; fu infatti inziata dal maestro in età molto giovanile, mentre la facciata, che fu conclusa soltanto 30 anni dopo, fu lasciata interrotta per la tragica morte dell'autore.

Tormento e bizzarria del Borromini

Innamorato fino alla follia della sua arte (e solo della sua arte), Borromini curava, studiava, eseguiva ogni minimo particolare accessorio. 
Il solo castelletto di ferro del pozzo di S. Carlino fu nervosamente disegnato 11 o 12 volte, sempre più assottigliato, essenziale, dinamico; l'ultima volta, sul foglio,  il segno si fa più marcato e deciso, e il Borromini segnò accanto la sua scelta con l'unica parola "questo".
Il bellissimo disegno è conservato all'Albertina di Vienna, e il castelletto gli corrisponde esattamente (ma è purtroppo mutilo.
Una delle tante bizzarria del Borromini si nota nella balaustra del chiostrino i cui pilastri sono alternativamente "uno da piedi e uno da capo", come si dice a Roma, cioè uno dritto e uno rovesciato.

lunedì, maggio 18, 2015

Misteri e segreti di Roma - Via del Quirinale - prima parte

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Via del Quirinale
" Ara incendii Neronis "

Per tener lontani gli spiriti maligni suscitatori d'incendi e per placare la perenne collera degli Dei dopo il terribile incendio neroniano, Domiziano fece erigere, nel luogo dov'è ora S. Andrea al Quirinale, l'Ara incendii Neronis, dove si svolgevano ogni anno, il 13 gennaio, i sacrifici "Incendiorum arcendorum causa". 

Una chiesa in un pilastro

Vuole la tradizione (e in effetti l'area corrispondente perfettamente) che il Borromini realizzasse con S. Carlino un straordinario tour-de- force: contenere una chiesa (e che  chiesa!) con tanto di cappelle annessi, entro l'area corrispondente  ad un solo dei 4 pilastri che sorreggono la cupola di S. Pietro. 
Il tour-de-force, come vediamo è meravigliosamente riuscito.
Il famoso labirintico motivo a lacunari della cupola, citato in genere come creazione del Borromini, è in realtà ripreso da un mosaico romano della decadenza; ma il Borromini gli diede una nuova vitalità.


                                                                                                            continua...





venerdì, maggio 08, 2015

Misteri e segreti di Roma - Corso Rinascimento - seconda parte




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    Palazzo Madama                                                                                      Senato della Repubblica

 
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                                                                               Chiesa S. Ivo



La chiesa a forma d'ape

Nell'immenso sciame delle api barberiniane, l'individuo più notevole è senza dubbio rappresentato dalla chiesa di S. Ivo alla Sapienza.
Non da qualche stemma sparso qua e là, ma dalla chiesa stessa, spettacolare e immodesta glorificazione del nome dei Barberini.
Non è una leggenda fra le tante nate intorno al pittoresco mondo della Roma barocca. Il Borromini ideò effettivamente il suo capolavoro ispirandosi all'ape, ben visibile nella pianta della chiesa, con tanto di ali, musetto, culetto.
Secondo molti anche l'alzato della chiesa adombra la forma di un'ape,e ll'originalissama spirale che si scaglia verso il cielo sarebbe il pungiglione.
Queste bizzarrie non impediscono alla chiesa di essere il più originale fra tutti i monumenti barocchi che esistono, e secondo molti, il più bello


                                                                                                         F I N E

giovedì, maggio 07, 2015

Misteri e segreti di Roma - Corso Rinascimento - prima parte

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Corso del Rinascimento
Una cara Madama

Palazzo Madama , costruito nel '500 per i Medici e rifatto in parte nel '600, venne così chiamato da Madama Margherita d'Austria figlia di Carlo V e moglie dapprima di Alessandro de' Medici e poi di Ottavio Farnese.
"Madama" la chiamava il popolo romano che le si era affezionato.

Le amarezze di un settentrionale

A metà dell'Ottocento, nel cortile di Palazzo Madama c'erano le Poste.
Nel 1853 Giuseppe Verdi vi si reco un mattino alle 9, e aspettò quasi un 'ora nel deserto; poi comparve un impiegato sonnacchioso.
"Ma sono quasi le 10" protestò Verdi"
Rispose pigramente il romano: "E non ringrazia il Dio che ce semo arrivati?".


                                                                                                            continua...