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sabato, ottobre 31, 2015

Misteri e segreti di Roma - Viale Castro Pretorio - prima parte

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Impero in vendita

Nel Castro Pretorio le cui mura fiancheggiano il viale, ebbe luogo nel 193 a. C. la famosa vendita all'incanto dell'Impero.
Da poche ore i pretoriani avevano ucciso Pertinace, imperatore da ottantasei- ottantasette giorni, nella sua reggia sul Palatino, e portandone la testa infilzata su una picca erano venuti a chiudersi nel loro accampamento, quand'ecco presentarsi alla Porta principalis dextera, in compagnia di due tribuni militari, il ricchissimo Didio Giuliano, forse milanese, sessantatreenne, già consolare e vincitore dei Cauci (popolazione delle rive dell'Elba).

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martedì, ottobre 27, 2015

Misteri e segreti di Roma - Castel Sant'Angelo - quindicesima parte

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I quattro milioni di Sisto V     
 
Nella camera dell' Archivio Segreto, poi del Tesoro, di Castel Sant' Angelo si possono vedere i forzieri di Giulio II, Leone X e Sisto V.
Nei due forzieri di Sisto, che fu un grande amministratore e riassestò le scosse finanze papali, si trovarono alla sua morte tre milioni scudi d'oro e un milione di scudi d'argento.

L' esempio dei canonici
 
nella sala di Clemente VIII si conserva la testa marmorea della statua eretta in Campidoglio in onore di Paolo IV nell'ultimo anno di pontificato.
La statua fu abbattuta durante i tumulti popolari scoppiati alla notizia della morte del papa.
La testa in questione fu gettata nel Tevere, dove fu più tardi ripescata. E già due giorni prima della morte del papa i canonici di San Pietro avevano dato l'esempio di questo furore iconoclastico distruggendo il busto di bronzo di Paolo IV che si trovava nella loro sacrestia.

                                                                                              F I N E

domenica, ottobre 25, 2015

Misteri e segreti di Roma - Castel Sant'Angelo - quattordicesima parte

 
 
 
 
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La barba di papa Celeste
 
Chiuso in Castel Sant'Angelo durante il sacco di Roma (1527), Clemente VII si lasciò crescere la barba in segno in lutto per la sciagura che colpiva Roma. 
Qualcuno però disse che in realtà il suo intento era rendersi irriconoscibile, per l'eventualità di una fuga.
Dopo di lui, fino a Paolo V (1605-1621). che inaugurò la serie dei papi col pizzo, tutti i pontefici portarono la barba.
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sabato, ottobre 24, 2015

Misteri e segreti di Roma - Castel Sant'Angelo - tredicesima parte




La terribile Marozia 

Morto Guido, Marozia, che mirava più in alto, decise di sposarne il fratello Ugo di Provenza re d'Italia . Ugo le era stato nemico; ma ora, per sposarla, giunse a dichiarare adultera sua madre )  leggi canoniche vietano il matrimonio tra cognati) e frutto di ripetute infedeltà coniugali tutti i suoi figli.
Ugo a quanto si legge , era un libertino, che girando l'Italia si tirava dietro un harem di bellezze da lui ribattezzate con nomi di dee: Giunone, naturalmente Venere, Semele.
<> scrive Gregorovius, <>. Nel 932 giunse con un esercito, entrò in città con gran seguito di cavalieri, impalmò la più o meno quarantenne tiranna di Roma,
Ma il funebre sfondo scelto per le nozze non portò fortuna a Marozia; di lì a poco il figlio Alberico, natole dal primo marito, le sollevava contro la città; Ugo fuggiva, Giovanni XI veniva chiuso in Laterano sotto custodia. Marozia fu gettata in carcere e così ben chiusa là dentro che le cronache non parlano più di lei e non si sa quale sia stata la sua fine.

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giovedì, ottobre 22, 2015

Misteri e segrei di Roma - Castel Sant'Angelo - dodicesima parte


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La terribile Marozia 
 
In Castel Sant'Angelo, anzi proprio nella camera sepolcrale degli imperatori dov'era ancora il sarcofago di porfido di Adriano (che sarebbe poi servita da tomba, in Santa Maria in Trastevere, a Innocenzo II, mentre il capace coperchio avrebbe proteo i resti di Ottone II, nei sotterranei di San Pietro), furono secondo le fonti apparecchiate la sala delle nozze e la stanza  nuziale  dove si celebrò e consumo il matrimonio di Marozia con Ugo di Provenza.
Moglie, prima, di Alberico duca di Spoleto, che la lasciò libera di spadroneggiare in Roma, poi di Guido da Tuscia, uomo oscuro che lei stessa nominò patrizio, Marozia ebbe la città ai piedi. Sul trono papale si succedettero pontefici da lei imposti - Giovanni X, Leone IV, Stefano VII - e in fine il suo stesso figlio, divenuto Giovanni XI.

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mercoledì, ottobre 21, 2015

Misteri e segreti di Roma - Castel Sant'Angelo - undicesima parte



 

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L'angelo
Secondo una leggenda, l'angelo che sovrasta Castel Sant'Angelo ricorda una visione di papa Gregorio Magno: mentre tornava verso San Pietro con una processione da lui ordinata per impetrare la fine di una pestilenza, il papa avrebbe visto librarsi sopra la mole un angelo dalla spada sguainata, che poi lentamente rifonderò a significare che il flagello era cessato. 
L'angelo odierno è però il sesto della serie; il primo fu di legno e si consumò, il secondo di marmo e crollò, il terzo di marmo con le ali bronzo e fu abbattuto da un fulmine, il quarto venne fuso per farne armi al tempo dell'assedio di Roma (1527), il quinto ancora di marmo con le ali di bronzo fu rimosso ed è ora nel cortile detto < delle Palle > di Castel Sant'Angelo, l'attuale è di bronzo.
Era già al suo poso al tempo della discesa napoleonica in Italia; i francesi lo verniciarono di rosso, bianco e azzurro, gli misero un berretto frigio e lo battezzerano <>.
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  L'angelo












martedì, ottobre 20, 2015

Misteri e segreti di Roma - Castel Sant'Angelo - decima parte


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Il Cortile delle palle 
 
Risalendo dalle prigioni si arriva nel Cortile dell'Angelo(così chiamato per incombente statua dell'Angelo), detto anche Cortile delle Palle, per le grandi quantità di palle di marmo e di granito che costituivano le munizioni del castello meticolosamente raccolte in grandi gruppi e numerate secondo calibro.
                               
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lunedì, ottobre 19, 2015

Misteri e segreti di Roma - Castel Sant'Angelo - nona parte

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 La congiura dei cardinali

In Castello, il 4 luglio 1517, fu giustiziato il cardinale Alfonso Petrucci. 
Con altri cardinali, aveva ordito una congiura contro Leone X, che secondo i progetti dei congiurati avrebbe dovuto, in un primo momento, essere ucciso dal Petrucci durante una partita di caccia; poi i cardinali ripiegarono sul veleno, che doveva essere somministrato all'illustre vittima da un medico. 
Solo il Petrucci pagò con la vita; degli altri coinvolti, Francesco Soderini fu bandito e perse i suoi beni, Raffaello Riario dovette pagare 150.000 ducati in tre rate e perse il suo palazzo, Bandinello Sauli pagò 25.000 ducati e fu condannato all'esilio, Adriano Castellesi se la cavò con la fuga.

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mercoledì, ottobre 14, 2015

Misteri e segreti di Roma - Castel Sant'Angelo - ottava parte

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Un cadavere per una perla        

In Castel Sant' Angelo, nei primi anni del secolo XVI, morirono, o meglio furono fatte morire, alcune vittime dei Borgia.
Una di queste fu il cardinale Giambattista Orsini, accusato di aver voluto avvelenare papa Alessandro.
Compredendo dalla gravità dell'accusa quanto fosse pericolosa la situazione del cardinale, le persone a cui era caro tentarono il possibile e impossibile per salvarlo: la madre mandò a offrire una copiscua somma, la bella amante si travestì da uomo per cercar di giungere presso il pontefice. Vi riuscì, infatti, e gli offerse, una perla regalatela dall' Orsini, una perla stupenda, nota a tutti e desiderata dai Borgia, che adoravano i gioielli (Lucrezia per esempio ne possedeva, alla sua morte tremilasettecento e passa).
Le offerte furono accettate: in cambio alle due donne fu restituito il cadavere del del cardinale.

                                                                                                 continua...                              

martedì, ottobre 13, 2015

Misteri e segreti di Roma - Castel Sant'Angelo - settima parte

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La ninna nanna di Trastevere        
 
Il Contestabile di Borbone, che con i suoi soldati invase e saccheggiò tre volte Trastevere, s'è trasformato nell'atterrita immaginazione popolare in un bau bau, ancor vivo in questa ninna nanna:
 
                                    Fatte la ninna, e passa via Bbarbone   
                                    E nun vieni più ssu che cc'è ppapane:
                                    Sinnò tte caccia fora cor bastone,
                                    Fatte la ninna e ppassa via Bbarbone.
                                                                  
                                                                                                       continua...

domenica, ottobre 11, 2015

Misteri e segreti di Roma - Castel Sant'Angelo - sesta parte


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Il Conestabile e Cellini 
 
Nel 1527 le truppe di Carlo V entrarono in città e la misero a sacco. Papa Clemente VII si rifugiò in Castel Sant'Angelo, dove resistette all'assedio.
Secondo quanto racconta Benvenuto Cellini nella sua VITA essendosi anch'egli rifugiato in Castello:   ... volto il mio archibuso, dove io vedevo un gruppo di battaglia più folta e più serrata, posi la mira nel mezzo appunto a uno che io vedevo sollevato dagli altri; per la qual cosa la nebbia non mi lasciava discernere se questo era a cavallo e i piè. Voltomi subito a Lessandro et a Cechino, disii che sparassino i loro archibusi, et insegnai loro il modo, acciocché e' non toccasino una archibusata da que' di fuora, Così fatto due volte per uno, io mi affaciai alle mura destramente, e veduto in fra di loro un tumulto istraordinario, fu che da questi nostri colpi si ammazzò Borbone...
Il morto era infatti il Contestabile di Borbone che gli abitanti di Trastevere ricordano ancora oggi in una ninna nanna, come si legge alla voce seguente, per la sua ferocia durante il sacco.
Sempre secondo il Cellini, egli, dopo aver animato praticamente da solo la difesa del Castello, avrebbe anche ferito, con un colpo d'artiglieria il principe Filiberto d'Orange. 

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venerdì, ottobre 09, 2015

Misteri e segreti di Roma - Castel Sant'Angelo - quinta parte


 
Gli orrori del Sammalo          
 
Lo stesso Cellini, cole s'è detto, sperimentò di persona le delizie di queste prigioni.
Rinchiuso in un primo tempo in una delle celle per < ospiti d'onore >, veramente decenti ed ariose perché situate al piano del cortile, pensò bene di evadere; e la sua è forse la più romanzesca evasione che si ricordi. Si calò dall'alto del muraglione, cadendo all'ulimoe rompendosi una gamba; nonostante il dolore, riuscì a continuare la fuga e si trascinò in casa di amici.
Ma, ritrovato, fu riportato in Castello ficcato in una delle celle quadrate senza più alcuna possibilità di evasione. Lì si consolò disegnando sul muro, col carboncino, un Cristo Risorto ( di cui si scorgono tuttora vaghe tracce), in attesa di una liberazione che, per sua fortuna, non doveva tardare.
 
                                                                                                 continua...
 
                                       

giovedì, ottobre 08, 2015

Misteri e segreti di Roma - Castel Sant'Angelo - quarta parte

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Gli orrori del Sammalo          
 
Eppure le prigioni più temute e detestate erano altre ancora: gli sfiatatoi che si aprono sulla rampa elicoidale romana e che adesso, risalendola.
Anche in questi tetri pozzetti il prigioniero veniva calato dall'alto quasi sempre senza speranza di rivedere mai più la luce; verticale, veniva a trovarsi in un cunicolo strettissimo, dove c'era sì o no la possibilità di sdraiarsi.     
Il solo nome della più temuta e odiata di queste prigioni, il Sammalo (o San malo o San Marocco), ricordata dal Cellini nella sua Vita, serviva da minaccia ai detenuti, che pure non godevano di trattamenti squisiti nemmeno nelle altre celle.
                                                                                            continua...                              

mercoledì, ottobre 07, 2015

Misteri e segreti di Roma - Castel Sant'Angelo - terza parte


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Gli orrori del Sammalo 
 
Spaventose carceri, quelle di Castel Sant'Angelo.
D'accordo, tutte le carceri di un tempo erano spaventose; ma in queste c'è qualcosa di tetro e di terrificante che unito al loro quasi perfetto stato di conversazione, le rende molto eloquenti.
Le cosiddette < prigioni storiche >, ospitate nei sotterranei del cortile di Alessandro VI, sono terribili spazi senz'aria e senza luce, di pochissimi metri quadrati, in cui si entra per una porta incredibilmente bassa.
Ancora più spaventosi i silos circolari, dove il prigioniero veniva calato dall'alto in un ambiente soffocante e sopravviveva miseramente in messo ai suoi stessi scrementi, finché non sopravviveva una morte misercordiosa. 
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lunedì, ottobre 05, 2015

Misteri e segreti di Roma - Castel Sant'Angelo - seconda parte

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                                                         Veduta dalla terrazza del Castello

Tra coloro che conobbero queste umide segrete si possono elencare: il cardinale Vitelleschi, già governatore dello stato pontificio, che vi morì nel 1440; gli umanisti Platina e Pompilio Leto, rispettivamente nel 1465 e nel 1468; regnando Innocenzo VIII vi soggiornò prigioniero anche Alessandro Farnese, furono papa Paolo III; vi finirono i loro giorni molto vittime dei Borgia; nel 1538 vi sta per qualche tempo Benvenuto Cellini; vi muore strangolato il Cardinale Carafa; vi sono imprigionati Vittoria Accoramboni e l'amante Paolo Giordano Orsini; vi sono imprigionati, torturati e processati Beatrice Cenci con i familiari, e Giordano Bruno; nel 1503 vi muore avvelenato, per ordine di Alessandro VI, il cardinale Giovanni Michiel, nipote di Paolo II; vi viene decapitato Giacinto Centini, colpevole di aver voluto far morire, per mezzo di arti magiche, papa Urbano VIII. Infine vi passò qualche tempo il conte Cagliostro, destinato a finire i suoi giorni nel castello Leo nel Montefeltro.

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giovedì, ottobre 01, 2015

Misteri e segreti di Roma - Castel Sant'Angelo - prima parte

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Castel Sant'Angelo      
 
Lo fece costruire nel 135 l'imperatore Adriano,come masusoleo proprio e dei suoi successori.
Trasformato col passar dei secoli, venne da Teodorico adibito a carcere: uso che abbinato a quello di fortezza e abitazione, gli restò anche sotto lo scettro dei pontefici.
Ottone III impiccò ai merli del castello Crescienzo; papa Gregorio VII subì nel castello l'assedio da parte di Enrico IV; qui i romani resistettero al Barbarossa.
 
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