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sabato, maggio 31, 2014

Misteri e segreti di Roma

                                                   
 Fontana della Navicella                                                                            Piazza della Navicella
 In piazza della Navicella                                                                          con Chiesa Domnica
    

                                                                      
Piazza della Navicella
Vera o no ?
Non si è ancora potuto stabilire se la Navicella in marmo che fa bella mostra di sè sul piedistallo in mezzo all'omomima fontana sia autentica: se si tratta coè di un modellino di epoca romana (forse ex-voto alla protettrice dei marinai, Iside) oppure di una coppia di periodo successivo.
Le mani sotto l'obelisco
Sotto l'obelisco egizio di villa Celimontana, posto in fondo al vialetto fronteggiante, ci sono ancora le mani e parte di un braccio d'uno degli operai che lavoravano ad erigerlo sulla sua base: per errata manovra, infatti, il pesante blocco si abbattè sulla sua base prima che il malcapitato facesse in tempo a ritirarsi.Il principe Godoi, proprietario allora della villa e del millenario monolito, assegnò al povero uomo una pensione a vita. A quanto si racconta, il mutilato visse ancora molti anni, ed era sempre allegrissimo.
Un mosaico antirazzista
Il bellissimo mosaico cosmatesco che illumina la piazza (tra le chiese di S. Maria in Domnica e di S. Tommaso in Formia) risale al XIII secolo e ha un soggetto del tutto insolito: la liberazione degli schiavi, allusiva al compito essenziale dell'Ordine religioso dei Trinitari. Ma addirittura eccezionale è il significato del mosaico, antirazzista avanti lettera: il Cristo, infatti, libera uno schiavo bianco e uno nero, in perfetta parità di posizione. Un concetto davvero cristiano stupefacente per quei tempi.


Villa Celimontana 142.jpg                                          
Villa Celimontana                                                                                           Obelisco della villa


venerdì, maggio 30, 2014

Canzonacce romanesche

 Per adulti

ALIMÓ E TACCITÙ


Alimò e Taccitù
eran due fratelli indù
Alimò ciaveva sonno
Taccitù e de tu' nonno.

S'è magnato er pizzutello
Taccitù e de tu' fratello.

S'è magnata la mortadella
Taccitù e de tu' sorella.

S'è magnata 'na pagnotta
Tu sei 'n fijo de 'na mignotta.

Alimò ciavea le voje
Taccitù e de tu' moje.

Alimò che annava via
Taccitù e de tu' zia.

Alimò che annava a scòla
Taccitù in cariola.

Alimò e Taccitù
Se sposarono ad Istanbul
E bambini n'ebben tanti
Tacci vostri a tutti quanti.

Canzonacce romanesche



  Per Adulti

CO' 'STA PIOGGIA E CO' 'STO VENTO

Co' 'sta pioggia e co' 'sto vento
chi è che bussa al mio convento?

     
Zùm parapara-zùm parapara-zùm paraparapà.

C'è 'na povera vecchiarella
che se vòle confessà.

     
Zùm parapara-zùm parapara-zùm paraparapà.

Co' 'sti lampi e co' 'sti tòni
nun sta' a roppe li cojoni!

     
Zùm parapara-zùm parapara-zùm paraparapà.

Mànnela via, mànnela via,
disperazzione dell'anima mia!

     
Zùm parapara-zùm parapara-zùm paraparapà.

Co' 'sta pioggia e co' 'sto vento
chi è che bussa al mio convento?

     
Zùm parapara-zùm parapara-zùm paraparapà.

C'è 'na bella ciumachella
che se vòle confessà.

     
Zùm parapara-zùm parapara-zùm paraparapà.

Falla passà, falla passà,
che la vojo confessà.

     
Zùm parapara-zùm parapara-zùm paraparapà.

Falla entrà in sacrestia,
anzi è mejo in cella mia.

     
Zùm parapara-zùm parapara-zùm paraparapà.

Falla passà, ma fate piano,
che nun zenta er padre guardiano.

     
Zùm parapara-zùm parapara-zùm paraparapà.

Fija mia, tu fai l'amore?
Padre sì, ma con onore.

     
Zùm parapara-zùm parapara-zùm paraparapà.

T'hanno mai tastato er petto?
Padre sì, ma co' rispetto.

     
Zùm parapara-zùm parapara-zùm paraparapà.

T'hanno mai tastato er culo?
Padre sì, ma pe' trastulo.

     
Zùm parapara-zùm parapara-zùm paraparapà.

T'hanno mai tastato la panza?
Padre sì, ma co' creanza.

     
Zùm parapara-zùm parapara-zùm paraparapà.

T'hanno mai tastato la fregna?
Padre sì, persona degna.

     
Zùm parapara-zùm parapara-zùm paraparapà.

Si vòi avé l'assoluzzione
pija e bacia 'sto cordone.

     
Zùm parapara-zùm parapara-zùm paraparapà.

Nun zo' ceca e nun zo' orba,
quest'è ciccia, e nun è corda!

     
Zùm parapara-zùm parapara-zùm paraparapà.

lunedì, maggio 26, 2014

Misteri e segreti di Roma





              
                                                                                                       Via dei Penitenzieri - sparita


Via dei Penitenzieri
Una vittina dei Borboni
Un busto ed una lapide ricordano ai posteri le fattezze e l'eroismo dell'orafo romano Bernardino Passeri, che lavorava al servizio del Papi. Il busto sta alla basedel campanile di Santo Spirito in Sassia, in via dei Penitenzieri. La lapide ricorda che il Passeri morì combattendo valorosamente contro i soldati del Borbone che stavano saccheggiando la città, e che prima di cadere sotto i colpi del nemico riuscì a impadronirsi di una bandiera.


                                                                                            
Borbone il buongustaio



                 Statua dedicata Bernardino Passeri


                                                                                                               
                                                                          

sabato, maggio 24, 2014

Ettore Petrolini

 Sonetti romananeschi                                                                           
 

Le Ferovie appartengheno a lo Stato
È bello assai er servizio che te fanno!                                              
Si monti drento ar treno, dopp'un anno

 Si nun mori acciaccato, sei arivato.
Si vòi fa' quarche viaggetto
E pia' te vòi er diretto,
Poco ce manca
Che arivi vecchio e co' la barba bianca.

Sor Capanna


 

 Sonetti romaneschi


 Appena cominciò l'inno reale
La gente ner teatro s'arzò in piede;
Sortanto Giovannino lo spezziale
Perch'era socialista restò a séde.
Tutti dissero "A la porta!",
Lui rispose "Che me'mporta?
Io ciò piacere:
Conservo li principi in der sedere".



 




Mo' chi vo' anna' per aria cor pallone
In arioplano po' fa' 'na volata.
L'adotteranno tutte le perzone
Quest'invenzione propio prelibbata.
Ma va male pe' mi' nonno,
Ch'è 'n'ometto grasso e tónno;
S'ariconzola:
Da un pezzo cià er pallone, ma nun vola.

venerdì, maggio 23, 2014

Ettore Petrolini


 Ettore Petrolini (Roma 13/1/1884 - Roma 29/6/1936) è stato un attore, drammaturgo, scrittore e sceneggiatore italiano, specializzato nel genere comico- E' considerato uno dei massimi esponenti di quelle forme di spettacolo.


 
                   


 

             
Un macellaro sòna er campanello,
E 'na servetta córe co' la sporta;                                                                                Se sente un gran silenzio e sur più bello
Si trova la padrona su la porta.
- Senza scene, me permetta -
Dice pronta la servetta
- Perché vuol farne?
Si lui me sòna vengo e pijo la carne. 


                                                          

                                                           ***********

 M'hanno ordinato tante medicine,
P'er male che ciò drento ne la panza.
Però fra scatolette e boccettine
C'è più de robba scritta che sostanza.
C'è un opuscolo stampato
Che m'ha propio entusiasmato:
Adesso ho fame:
De certo m'ha guarito la réclame.


                                                      

giovedì, maggio 22, 2014

Misteri e segreti di Roma



 
     

Chiesa di S. Margherita in Trastevere












 Via S. Margherita
Per la redenzione delle peccatrici
Presso la chiesa di S. Margherita ha sede una delle più strane confratenite di Roma. Le confraternite, ancora vivissime in città, sono associazioni religiose di laici, che si vestono in abiti di foggia clericale e si radunano per pregare e svolgere certi riti, in genere strettamente " specializzati ".
Questa confraternita è " specializzata " nel pregare per la conversione e la redenzione delle fanciulle che hanno concepito in peccato ( cioè in parole povere, delle future "fanciulle-madri). I versetti cantati durante le funzioni sono violenti e curiosissimi:
              " Maledetta, scellerata!
              Lassa il peccato se voi campà"
Alle funzioni non è mai dato di vedere una fanciulla-madre immersa in preghiera; i versetti sono intonati da omoni rubizzi dal volto severissimo e da più severe vecchiette. Gli estranei non sono affatto graditi, anzi fissati con insistenza finchè si decidonoad andarsene.

Sor Capanna




 
 Stornelli romaneschi
          


Sentite che ve dice er Sor Capanna
ch'er millenovecento s'avvicina:
ritorneremo ai tempi de la manna,
a uffa ce daranno la farina.
Ma speramo ar novecento
fenirà questo tormento...
Con bon lavoro
rifiorirà 'sto secolo dell'oro.

                                              ***************

La moda de le donne in oggigiorno
Je fa porta' la vesta assai attillata
E giù da piedi, poi, tutta legata,
Te pare de vede' un abbacchio ar forno.
A vede' 'na regazzetta
Co' la vesta accusì stretta,
Sacrificata,
Te viè la voja a daje n'allargata. 
                                                                  

Sor Capanna (Pietro Capanna) - 1865/1921

 


 Sonetti romaneschi                                                                  


‘Na notte me ‘nsognai che stavo ar mare
a fa’ li bagni co’ ‘na signorina
era ‘na ragazzetta assai carina
notava ‘nzieme a me fra l’onne chiare
tutto ‘n botto me svejiai
for der letto me trovai
poi s’ariseppe

che stavo co’ li piedi ‘nder zi’ Peppe   (vaso da notte)