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lunedì, settembre 19, 2016

Misteri e segreti di Roma - San Pietro - diciannovesima parte

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Il Muro G
 
Davanti a questo muro, secondo la Guarducci, si recavano a pregare i cristiani del III - IV secolo, che avevano cura di farvi incidere i loro nomi e (o) quelli dei defunti che volevano raccomandare alla clemenza del cielo (i graffiti sono infatti costituiti esclusivamente da nomi personali). Far incidere, abbiamo detto, e non incidere direttamente: << E logico supporre>>, osserva infatti Margherita Guarducci, << che la tomba dell'Apostolo fosse vigilata da custodi che assolvevano anche il compito di scrivani. 
Un po' quello che succede nei santuari di oggi, dove la gran massa dei fedeli non può avvicinarsi direttamente ad una reliquia o ad immagine miracolosa, ma ne è tenuta lontana da una balaustra. Il pellegrino che vuole offrire un cero, lo consegna al sagrestano, che provvede ad accenderlo sull'altare. Qui i cristiani si limitavano, probamilmente, a dire allo scrivano i nomi dei defunti, ed era lo scrivano che compilava il graffito, elaborando le lettere dei nomi in modo da conferire a queste particolari valori mistici...>>.  

                                                                               F I N E

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