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venerdì, luglio 21, 2006

CRISI MEDIO ORIENTE

Israele ha lanciato la sua offensiva contro i palestinesi e il Libano. Tutto è scaturito da un attacco israeliano nella striscia di Gaza. In seguito a ciò gli Hezbollah, gruppo terroristico consistente con sede a Beirut, ha rapito un soldato israeliano per rappresaglia. Israele ha subito mostrato i muscoli con il rapimento di quasi tutto il parlamento palestinese e bombardando delle zone della striscia di Gaza e in contemporanea aggrediva il Libano con ferocia sproporzionata al contendere, distruggendo l'80% della città di Beirut. La popolazione civile ha subito perdite di vite umane nell'ordine di migliaia. I combattimenti infuriano con continui attacchi israeliani da terra, mare e cielo. La filosofia della guerra preventiva applicata da Bush non ha prodotto grandi risultati (vedi Iraq) e quindi vi è la necessità di un cambio di strategia e l'uso della forza deve essere utilizzata con accortezza. Gli Stati Uniti non possono continuare a ergersi a gendarmi del mondo, secondo la loro convenienza.
I metodi di Israele, ricordano quelli utilizzati in tempi lontani e recenti, in cui tu sequestri uno, io ne ammazzo sessanta. L'impressione che si ricava è simile ad una pulizia etnica, come accaduto nel 1999 in Kosovo da parte della Serbia. Le conclusioni sono che Israele, cerca occasioni per mantenere alta la tensione e non giungere ad una pacificazione, in quanto tale situazione gli permette di dominare la zona.
Deve intervenire la diplomazia con opera di dialogo e persuasione, senza embarghi, ma alimentando gli aiuti alla popolazione più colpita per evitare che la stessa si schieri con i terroristi. La corsa al riarmo è frenetica. Speriamo che la ragione prenda il soppravento sulla irragionevolezza dei guerrafondai Stati Uniti e Israele.
Mimis

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