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venerdì, febbraio 21, 2014

Misteri e segreti di Roma

 

Viale del Muro Torto
Il Muro Torto
Sta sul viale omonimo, subito fuori porta del Popolo; è un blocco enorme di struttura laterizia, crollato in antico dalla cinta di mura. Crollando lasciò una pericolosa breccia, ma si racconta che quando 536 Belisario rafforzò le mura di Roma contro la minaccia dei Goti, la breccia rimase: gli uomini si rifiutarono di lavorarci perchè San Pietro aveva pro messo di difendere lui stesso quel luogo e sarebbe stato quindi sacrilego apportarvi qualche mutamento.
Narra Procopio che quando i Goti assediarono Roma, in quello stesso 536, effettivamente non si accorsero dell'esistenza della breccia.
Ai piedi del Muro si credette che fosse la tomba di Nerone (una delle tante sparse per Roma) e vi fu veramente un cimetero sconsacrato per quanti non potevano aspirare cristiana: ne usufruirono sopratutto donne di malaffare. Però nel 600 scriveva uno straniero che le meritrice, se rinsavivano prima di morire, meritandosi o monacandosi, venivano esentate dall'ignominia di tale sepoltura.
La balconata che, sul retro del Pincio, sovrasta il Muro Torto diventò un preferito trampolini di lancio per suicidi, tanto che in certi punti si dovette tendere una rete di protezione, tutt'ora esistente.
Le ombre di Targhini e Montanari
La tomba di Tarquini e Montanari, i due carbonari giustiziati sotto Leone XII, morti impenitenti e sepolti in terra sconsacrata, nella fossa del Muro Torto, era uno dei luoghi frequentati dai romani che giocavano al lotto. La gente vi accorreva a prendere i numeri e assicurava di vedere i loro spettri, tanto che al tempo di Gregorio XVI si giudicò opportuno trasportare altrove la sepoltura.
Una notte, una donna fu trovata svenuta per la paura: stava pregando le anime dei due giustiziati di darle un terno sicuro, quando aveva sentito un rumore in cortile, e corsa ad affacciarsi  aveva visto le ombre di Targhini e Montanari traversare la corte con la testa in mano.

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