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venerdì, marzo 30, 2012

La manna di San Nicola

A mira il sarcofago di San Nicola lasciava sgorgare  (dalle ossa o dalla tomba?) la manna o myron, che divenne presto un liquido tanto famoso da attrare un gran numero di pellegrini al suo santurio. Purtroppo non ciè stata conservata neppure un'antica boccetta della manna di San Nicola, a differenza di quelle numerose di molti santi orientali  (tra cui San Mena di Alessandria) con la stampigliatura della loro figura o qualche scena della vita e dei miracoli.
In Oriente accenna alla distribuzione di tale apolle Giovanni Crisostomo in una omelia rivolta ai pellegrini, perchè portino con sè l'lio santo del martire, conservato apputo in una boccetta (eulogia). Per quanto riguarda San Nicola, il suo primo biografo, Michel Archimandrita connette la profumata e odorossima essenza alla condotta del santo in vita, al suo corpo prezioso, odoroso e soave, che allontana ogni maleficio ed è buono a fornire un rimedio contro il male.
In Occidente il primo scrittore che ricorda la manna di San Nicola, è Giovanni da Amalfi che in una pittoresca descrizione del sepolcro di San Nicola di Mira, sostiene che che dalla tomba del santo defluivono due elementi, l'olio e l'acqua: " Come noi stessi vemmo modi osservare, scaturiscono due rivoli che fino ad oggi non hanno cessato di sgorgare. Dalla fonte, all'altezza della testa del sacro tumolo fluisce un rivolo  oleoso e chiaro; dal rivolo che fluisce in corrispondenza dei piedi, esce un'acqua soave e trasparente che, se data agli infermi, questi riacquistano l salute del corpo". 
Al momento della traslzione delle reliquie dalla basilica di Mira, i monaci custodi del santuario offrirono ai baresi un'ampolla di vetro, un pò di olio estratto dal sepolcro. E lo stesso sarcofago di San Nicola  era pieno di liquido fino a metà dela tomba. Quel liquido fu lasciato a Mira perchè in quella basilica si continuasse a celebrare il culto del santo.
Il primo ricordo di una autentica ampolla di vetro della "Manna" a Bari è del 1108 e si trova nella "Vita" di San Goffredo di Amiens in Normandia. Il vescovo fu tra i primi illustri pellegrini a San Nicola e, dopo la preghiera presso la tomba del santo, chiese ed ottenne un'ampolla di vetro, che legò al collo per timore di perderla. Ma poco dopo, durante una visita al porticciolo si sn Giorgio, dove erano sbarcate le reliquie di San Nicola, l'ampolla cadde sugli scogli, ma non si ruppe e fu ritrovata integra con grande gioia del Vescovo.
Nella Sala del Tesoro della Basilica di san Nicola, si conservano numerosi esemplari di vetro, belli da vedere, sia per la trasparenza del liquido contenuto, dal quale i baresi sono solito trarre auspici per ogni evento domestico. Altre bottiglie, decorate da incisioni leggere sul fondo rosso rubino, sono invece preziosi cristalli di boemia.
Nella decorazione su vetro delle ampolle si cimentarono artigiani, pittori fra i quali Vito Dentamaro, Antonio Lanave e Michele Montrone.
 

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