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martedì, aprile 22, 2014

Misteri e segreti di Roma

                                


 

Via del Caravita
Botte da orbi
Nell'oratorio del Caravita, scriveva Louis Delatre nel 1870, "è uso che dopo la prdica si distribuisca ai devoti una disciplina per battersi. Poi si spengono i lumi e all'ora comincia la flagellazione". Ma, lungi dall'usare la sferxa per mortificare le proprie carni, " molti picchiano sulle colonne e sulle panche, altri sui loro vicini. Questi, talvolta, rendono pan per focaccia; allora nasce una baruffa, una confusione, un parapiglia universale, e piovono da ogni parte in quell'oscurita nerbate da orbi.
Il pubblico del Caravita
Dei penitenti del Caravita, ci dà qualche notizia il Belli in un sonetto del 1832:
Ma chi? quelli che vanno ar Caravita la sera, e ce se frustuno er furello?
Sò tutti galantommini, fratello; gente, te lo dich'io, de bona vita.
Quarcuno, si tu vòi, poreùta er cortello: a quarcuno je piace l'acquavita:
quarchidunantro è un pò longo de dita; ma un vizio, già se sa, bisogna avello.
Ma poi tiengheno tutti er mantellone, e cor Cristo e le torce quann'è festa accompagneno er frate a le missione.
E 'gni sera e per acqua, e pe tempesta, vanno per Roma cantanno orazzione coll'occhi bassi e senza gnente in testa.

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